UNA BELLA SERATA ALLO IULM: LA QUESTIONE DEL “FARMACO POPULISTA” INTERESSA ANCHE I GIOVANI

Capelli 4

Venerdì 16 novembre allo IULM ho avuto la prima occasione pubblica per discutere de “Il futuro addosso”. In una bella sala, con all’incirca 150 ragazzi, in prevalenza studenti dell’ultimo anno del liceo, si è discusso seriamente di populismi. Il titolo dell’incontro – “Perché (non) siamo popolo” – aiutava a inquadrare la discussione: costringeva a pensare. L’uso del termine “popolo” è generalmente scontato: il titolo spingeva i partecipanti a interrogarsi sul senso stesso della parola.

La grecista Martina Treu ha aperto la discussione invitando a ragionare sulla demagogia: il suo autore del cuore, Aristofane, ha scritto cose memorabili sulla questione. Paolo Giovannetti ha riproposto dal canto suo l’antica, e sempre pungente, questione della non popolarità della letteratura italiana: alcune testi di Manzoni, Verga e Jahier hanno aiutato a inquadrare la discussione. Lo storico De Giuseppe ha poi ripercorso alcune tappe del populismo novecentesco.

A quel punto il terreno era ben predisposto per ragionare sui populismi contemporanei. Il mio intervento ha ruotato attorno alla questione delle trasformazioni della democrazia contemporanea: dalla democrazia delegata alla democrazia disintermediata. I ragazzi hanno ascoltato attentamente, alcuni sono intervenuti. Alla fine vi sono state richieste di andare anche nelle loro scuole a discutere.

Insomma, la questione del “farmaco populista” sembra proprio interessare anche i più giovani.

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