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'NON POSSIAMO TRASFORMARE LE STAZIONI IN SUQ!'


Insopportabili ronzii in difesa della salute pubblica






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Mentre mi reco in un paesino della bergamasca per preparare l'incontro con il Custode di Terrasanta Giambattista Pizzaballa che presto ripasserà dai luoghi che l'han visto nascere e celebrare il suo 25° anniversario d'ordinazione, penso allo straordinario destino che ha potuto vivere uno di noi: un italiano di provincia, appena cinquantenne e già per la terza volta confermato in una delle più delicate posizioni che si possano ricoprire in Medio Oriente… Diluvia, nonostante si sia ormai a metà giugno, e per ingannare la noia del viaggio accendo l'autoradio.

Sono sintonizzato su Radio24 e l'orario mi fa incappare nel programma La zanzara. Il nome dovrebbe richiamare quello di una rivista liceale che ha saputo esprimere in forma ironica i vagiti di una contestazione studentesca ancora genuina e sana. Inutile dire che, a parte il nome, siamo ormai ad anni luce dal presunto originale e che il ronzio fastidioso ma efficace del piccolo insetto si è trasformato in una greve accozzaglia di schiamazzi e d'insulti. Ospite periodico, manco a dirlo, è l'onorevole Santanché, evidentemente esperta - dall'alto dei suo tacchi a spillo - delle più scomode realtà sociali del Paese. E' la volta dei rifugiati, scampati a vari orrori, i quali finiscono per ingombrare lembi di spazi pubblici altrimenti lindi e immacolati, come il mezzanino della Stazione Centrale di Milano. L'angosciante prospettiva che come conseguenza qualcuno possa prendersi la scabbia passando da quelle parti fa tuonare la valchiria in difesa della salute pubblica! 'Non possiamo trasformare le stazioni in un suq! '…

Spengo la radio e mi ritrovo a riflettere su come abbiamo e continuiamo a contribuire nel trasformare ampie zone dell'Asia e dell'Africa in autentici inferni. Di questo nessuno riesce a scandalizzarsi. L'Europa brilla per la sua ipocrita inerzia e l'Italia con Mafia Capitale perde ogni residua credibilità nella gestione di un fenomeno che dovrebbe interessarla prioritariamente, almeno per motivi geografici. Proseguo mesto ma deciso a celebrare un altro modo di essere italiano: quello di un frate sconosciuto ai più che quasi in silenzio opera e fa da mediatore dove le armi sparano, ma almeno non si odono certi insopportabili ronzii animaleschi.

 


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18 GIUGNO 2015

DIO PERDONA, DARWIN NO

 

 n°7