Pino Landonio  
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IL PUNTO SULLA PANDEMIA


Dove abbiamo sbagliato?



Pino Landonio


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Questo solo dobbiamo chiederci oggi, di fronte ai numeri spietati della pandemia che segnalano non solo il perdurare della seconda ondata, ma addirittura il suo riacutizzarsi in molte aree del paese. Il mitridatismo dei dati dei contagi giornalieri rispetto al totale dei tamponi, il numero impressionante dei morti, l’occupazione in lenta crescita delle terapie intensive, l’indice Rt di nuovo in risalita non può certo farci indulgere all’ottimismo. E oggi siamo qui a misurare le nostre ansie, le incertezze, le preoccupazioni per il futuro.

Non occorreva essere degli indovini per immaginare che il passaggio da zona arancione a zona gialla di alcune Regioni, tra cui la Lombardia, a metà dicembre, sarebbe stato letto come una sorta di "liberi tutti", favorendo assembramenti, code, e comportamenti poco opportuni in questa fase della pandemia. Così è stato, e le immagini di piazza Duomo gremita o delle code di macchine in corso Buenos Aires lo hanno testimoniato in modo inequivoco. E anche durante le feste di Natale il passaggio da zona rossa a zona arancione e viceversa, non poteva non indurre confusione e comportamenti inappropriati, oltretutto a fronte di controlli francamente inadeguati.

Ora ci sono le marce indietro, le reprimende, le lacrime di coccodrillo. Hanno sbagliato i governatori nel sollecitare le riaperture affrettate. Fontana, il solito Fontana, che era stato il primo ad annunciare con enfasi la zona gialla, è già di quelli che si affrettano a dire " dovevamo fare più attenzione". E spera, con l’avvento di Letizia Moratti in sostituzione dell’ormai impresentabile Gallera, di rifare il look a una giunta che, fin qui, ha francamente traccheggiato. Ha sbagliato il Governo, nel concedere l'allentamento delle misure a pochi giorni soltanto dal loro nuovo inasprimento dicembrino, e poi la girandola dei colori durante le vacanze natalizie. Questo continuo "stop and go", non poteva che sconcertare i cittadini, e indurli a comportamenti poco razionali.

I quali cittadini non sono, comunque, meno responsabili: si è capito, o no, che questo virus è una cosa seria, e pericolosa? E che prima di qualsiasi velleità consumistica ed edonistica dovrebbe esserci il rispetto della salute propria e degli altri?

Ora ci avviamo, di necessità, a un inasprimento ulteriore delle misure. Già si parla di un'Italia tutta arancione, se non addirittura rossa, dopo il 15 gennaio. Rendiamoci conto di non essere gli unici in Europa: la Germania, che ha dati meno allarmanti dei nostri, è entrata in un lockdown prolungato, e le parole di Angela Merkel, emozionata e sinceramente allarmata, hanno avuto un'eco pesante in tutto il paese. Perfino Boris Johnson, inizialmente poco responsabile di fronte al virus, e nonostante la carta del vaccino giocata in anticipo su tutto il resto dell'Europa, ha annunciato misure severe per tutto il mese di gennaio.

Certo, dobbiamo tener conto della carta del vaccino: sicuramente una grande speranza per puntare alla immunità di gregge e quindi al radicale ridimensionamento degli effetti della pandemia. Ma quanti mesi, realisticamente, ci vorranno? Dai sei ai nove, a essere ottimisti. Sempre che le Regioni si mostrino all’altezza nel garantire una efficace campagna vaccinale. E fino ad allora?

Fino ad allora dovremo continuare a usare pazienza, raziocinio e buonsenso per superare anche questa fase e prepararci tempi migliori. In fin dei conti si tratta di stare cauti, in casa, con l'affetto dei nostri congiunti più stretti, insieme ai nostri bimbi, e magari con un buon libro per trascorrere qualche ora di pace interiore e di crescita culturale. Sapendo che la priorità vera è l’attività scolastica, che non può continuare all’infinito “da remoto”, e la garanzia delle attività lavorative indispensabili.

Un'ultima notazione: han fatto scalpore, insieme alle foto degli assembramenti già ricordate, quelle delle code lunghissime, a Milano, dei vecchi e nuovi "poveri" in attesa di un pasto caldo. Dunque la povertà esiste ancora (mentre qualche Ministro della Repubblica aveva esultato poco più di un anno fa sostenendo di averla finalmente sconfitta) e la pandemia non ha fatto che accentuarla, creando ancora più divario tra chi ha meno e chi ha di più. Allora, se vogliamo dare un senso, nuovo, a questo nuovo anno, non sarà il caso di un gesto di solidarietà di chi può (e siamo tanti, credo) nei confronti di chi non può (e, come le foto testimoniano, non sono pochi...

 

Pino Landonio
Nato nel 1949, padre di due figli e nonno di 5 nipoti. Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1973, e specializzato in Ematologia (1978) e in Oncologia (1986). Ha lavorato come ematologo e poi come oncologo all’Ospedale Niguarda, dal 1975 al 2006. Dal 2005 al 2010 è stato Consigliere Comunale a Milano. Dal 2011 collabora con l’Assessorato al Welfare del Comune di Milano e coordina, a Palazzo Marino, l’iniziativa “Area P” (incontri mensili di poesia). Ha pubblicato, per Ancora, due raccolte di “Dialoghi immaginari” con 50 poeti di tutti i tempi e paesi (2015 e 2017) e “Guarda il cielo”(30 racconti, 2016). (ndr)


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12 GENNAIO 2021