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In questi ultimi mesi si è iniziato a discutere dell'esistenza di una nuova declinazione delle pratiche e delle politiche femministe, diversa dai femminismi della terza ondata (nati dopo ed in risposta alle violenze di Genova). Ha senso parlare di quarta ondata? Che cosa ne definisce la specificità? Quali utopie insegue? Se il femminismo della seconda ondata (iniziato durante i movimenti del 1968) ha contrapposto ad una interpretazione della giustizia in termini meramente economici una estensione del suo significato capace di includere anche altre sfere della vita - come il personale - quali sono le sfide poste dai femminismi contemporanei? La grande trasformazione sociale che segna un momento di discontinuità storica nelle nostre vite quotidiane vede protagonisti i social media. Nella contemporanea società dell'informazione la relazione tra spazio e copresenza è stata resa obsoleta. Come messo in luce da Harvey, la compressione spazio-temporale, in base alla quale 'lo spazio sembra rimpicciolire fino a diventare un villaggio globale [...] mentre gli orizzonti temporali si accorciano al punto in cui il presente è tutto ciò che c'è ' (Harvey 1990, 22) è ormai totale. Potere accedere alla simultaneità significa molto in termini di azione politica (Leccardi 2014). Grazie alla diffusione degli smartphones e dei social media si è sviluppato quello che viene definito #activism. La eco globale che azioni femministe quali One Billion Rising hanno avuto, mostrano le potenzialità delle pratiche di partecipazione ed organizzazione digitale. Le rete è il perfetto traduttore di pratiche individuali in azioni globali. Grazie a questa traduzione, la vita quotidiana sembra essere appieno diventata fonte di spunti capaci di attivare partecipazione politica. Questo partir da sè arriva facilmente alla dimensione globale grazie alla rete, ed implica una convivenza di diversi obiettivi, una estrema cacofonia di voci accomunate solamente da un aspetto: la fiducia nella rete. Internet ha creato una comunità globale femminista, che discute e si organizza in rete. L'uso dello spazio virtuale è molto cambiato rispetto a quello che ne ha fatto la terza ondata, i confini tra on line e off-line si sono ibridati, non più netti si confondono e creano un flusso continuo di confronti ed azioni (Hinsey 2013). L'efficacia trasformativa di queste forme di attivismo è molto dibattuta, mentre si conviene sull'effetto rinvigorente che la rete ha avuto sui femminismi. Accanto all'#activism, alle chiamate alle firme per chiedere la revisione o la cancellazione dai media di immagini o linguaggio sessisti convive il tentativo di modificare i media dall'interno. Sempre più spesso nascono associazioni di autocontrollo dall'interno. Si sta assistendo alla formazioni di un'inedita alleanza tra soggetti che si impegnano per eliminare le discriminazioni di genere. Alleanze trasversali che includono anche il maschile come parimenti responsabile nella battaglia per la parità dei diritti politici, economici e sociali. La quarta ondata sembra essere un femminismo che vuole rifondare le identità di genere: non più soddisfatto di definizioni per negazione - il maschile è tutto ciò che non è femminile - ma alla ricerca di definizione libertarie, positive. Questa operazione significa trasformare i concetti di maschile e di femminile sin dalle loro radici, trasformarne il processo di definizione che da oppositivo vuole diventare inclusivo. In questa ridefinizione libertaria della nostra identità di genere anche gli uomini sono chiamati a giocare un ruolo centrale. La quarta ondata sta trasformando in pratica politica ciò che è stato affermato nelle accademie dai Men's Studies, e cioè che anche il maschile è vittima dell'ordine patriarcale. Il primato maschile è finalmente letto come mero esercizio di potere, pura manifestazione narcisistica e ripetizione di rigidi dispositivi identitari. La costruzione di un nuovo ordine simbolico, capace di mettere al centro il rapporto con l'alterità può avvenire solamente attraverso una alleanza consapevole tra i generi. Queste alleanze forse non potevano che rinsaldarsi in questo momento storico in cui le certezze sono state spazzate via da un cambiamento sempre più accelerato. I giovani crescono in un orizzonte precario, in cui le identità sono instabili per definizione, meno ancorate alle istituzioni che hanno perso il loro potere definitorio. Il tentativo di fare convivere e agire insieme le diversità è testimoniato, ad esempio, dallo slogan check your privilege che spopola on line. La quarta ondata ha tradotto in pratica politica la consapevolezza (spesso, sino ad ora, solamente) teorica che qualsiasi forma di privilegio sociale è invisibile a chi la detiene. Per sconfiggere questa invisibilità dobbiamo interrogare i nostri privilegi, che proprio grazie a questa invisibilità sono un esercizio di potere. A partire da questa messa in discussione creiamo alleanze tra alterità consapevoli del proprio posizionamento sociale. La quarta ondata sembra essere capace di riempire di nuovi significati politici il 'partir da sè' delle femministe della seconda ondata. Un parallelismo che vedo nei contenuti prodotti da questo nuovo femminismo e da quelli della terza ondata sta nelle riflessioni sulle trasformazioni delle modalità lavorative. La terza ondata ha ragionato sulla precarietà, sulle sue trasformazioni da tipologia contrattuale a condizione esistenziale. Oggi questi stessi passaggi vengono applicati alla pornografia. La quarta ondata sembra uscita dalla sterile dicotomia porno si versus porno no. Ha in luce la natura moralista di tali dibattiti e ne ha trasformato il paradigma, ragionando sui significati che una pornificazione delle relazioni quotidiane comporta. Questi giovani si stanno sperimentando su un terreno scivoloso, doloroso e a volte divertente che pensa 'alla pornografia come ad un tipo particolare di lavoro, o meglio come ad un modo paradigmatico di lavoro ' (Power 2009, p. 43). Ogni nuova ondata di femminismi, ha, apportato nuova energia, nuove riletture, nuovi linguaggi politici ai contenuti individuati dai femminismi passati. Ha trasferito pratiche sociali da un sistema sociale ad un altro. Siamo tutte molto curiose di vedere cosa produrrà questo moto ondoso, contro quali lidi si infrangerà questa nuova onda e quali rotture e discontinuità provocherà.
Bibliografia di riferimento Harvey D. (1990), The Condition of Postmodernity: An Enquiry into the Origins of Cultural Change. Cambridge, MA: Blackwell. Hinsey V. (2013), Girls Get Digital: A Critical View of Cyberfeminism, in 'On Our Terms ', 1(1), pp. 1-13. Leccardi C. (2014), Social movements and the reconstruction of the future, paper presentato al seminario internazionale 'Time and Power ', Milano Power N. (2014), One-Dimensional Woman, Zero Books, London. © RIPRODUZIONE RISERVATA 01 MARZO 2015 |