|
|
Nell'ambito del caleidoscopico panorama di eventi e iniziative ideati a complemento di Expo Milano 2015 e volti ad accompagnarne la riflessione sul tema dell'alimentazione, il ciclo di incontri nato dalla collaborazione fra il Centro di Cultura Italia-Asia 'G. Scalise ' e la Casa della Cultura ha voluto offrire un contributo all'analisi e alla comprensione di questa fondamentale dimensione dell'esperienza umana proponendo un viaggio nel mondo dell'alimentazione o meglio un viaggio nel mondo, osservato, capito e raccontato attraverso un'inedita prospettiva alimentare e gastronomica.
L'itinerario delineato si è snodato in quella porzione di spazio e di cultura compresa fra l'Estremo Oriente e l'Africa islamica che, dall'atto della sua fondazione nel 1977 a oggi, ha definito e descritto l'oggetto dell'attività di produzione e promozione culturale del Centro di Cultura Italia-Asia 'G. Scalise '. Il percorso proposto, articolato in sei appuntamenti, ha visto l'alternarsi di una grande eterogeneità di contenuti determinata non solo dalla varietà delle aree culturali prese in considerazione, ma anche dalla molteplicità sia di discipline, sia di prospettive metodologiche coinvolte.
Ampie sintesi introduttive alle culture alimentari e gastronomiche afro-asiatiche si sono accompagnate ad analisi più circoscritte, dedicate a singoli aspetti di tali tradizioni, osservate, analizzate e comprese assecondando letture di carattere storico, antropologico, letterario, sociale, geo-politico, economico, artistico e medico. Attraverso tale, multiforme, successione e alternanza di punti di vista e prospettive, si sono esplorate le culture alimentari di India, Tibet, Giappone, Cina, Corea, Mongolia, Indonesia, Africa orientale e settentrionale, colte in uno sguardo d'insieme sintetico o avvicinate per mezzo di una serie di alimenti ritenuti particolarmente significativi. L'individuazione di questi ultimi, veri e propri simboli, ha determinato la definizione di cinque aree tematiche: i cereali, il tè, il sale, le spezie e il latte. Laddove il primo dei sei incontri proposti ha voluto offrire un'introduzione, tanto strutturale, quanto concettuale, di carattere generale al tema dell'alimentazione quale privilegiato punto di osservazione culturale, i successivi cinque appuntamenti monotematici ne hanno dimostrato, tanto da un punto di vista metodologico, quanto concettuale, la ricchezza cognitiva e la valenza euristica.
Nel complesso, i contenuti proposti e affrontati dal ciclo e la sua stessa organizzazione strutturale hanno veicolato l'idea secondo cui l'alimentazione non è solo un inerte precipitato culturale, ma un mezzo di comunicazione, un codice e un linguaggio manifestante significati da ascrivere all'apparato culturale proprio ed esclusivo di ogni popolo. E' evidente come l'alimentazione non miri soltanto alla soddisfazione di un bisogno primario, il nutrimento, ma fornisca un codice di comunicazione attraverso cui insiemi collettivi mettono in rilievo la propria identità etnica, sociale e culturale. Attivo agente di definizione e costruzione identitaria, l'alimentazione costituisce uno strumento privilegiato d'auto rappresentazione e di comunicazione interculturale.
Lungi dal ricondurre il cibo a un mero oggetto di sussistenza, associato alla pura e semplice fisiologia della digestione, i contributi presentati nel corso dei sei appuntamenti ospitati dalla Casa della Cultura hanno, a vario titolo, dimostrato come sia sufficiente uno sguardo più attento per rendersi conto che attorno all'alimentazione si sono sviluppati e ruotano, oggi come ieri, interessi e obiettivi di enorme portata, tanto materiale, quanto ideologica. Atto solo in apparenza meramente fisiologico, l'alimentazione è, infatti, carica di significati culturali, sociali e simbolici.
L'esperienza del cibo tratteggiata dal ciclo appare connessa a una moltitudine di significati e valori i quali, a loro volta, interagiscono con numerosi ambiti dell'attività umana. L'alimentazione, ponendosi all'incrocio fra molteplici componenti dell'azione sociale, politica, economica e culturale, descrive, pertanto, un'angolazione privilegiata da cui osservare i processi di definizione e di trasformazione di insiemi culturali. Nelle diverse prassi alimentari si riversano, infatti, credenze e sistemi di pensiero esuberanti la semplice valenza nutritiva e fisiologica del nutrirsi. Come è stato ampiamente rilevato e messo in luce dalle relazioni facenti capo all'area asiatica, i concetti di salute e malattia sono, per esempio, strettamente associati all'ambito alimentare tanto che la bontà di un cibo è misura della sua capacità di promuovere il benessere psico-fisico dell'individuo. In virtù della sostanziale sovrapponibilità fra cognizioni mediche e alimentari testimoniata da diverse tradizioni culturali, più di un intervento è stato dedicato all'analisi della valenza medica e sin medicinale attribuita a particolari categorie di alimenti non solo da sistemi di cura asiatici, ma anche da un indirizzo della cosiddetta medicina alternativa occidentale quale è la naturopatia. Oltre a struttura e contenuti del pensiero medico, nella prassi alimentare confluiscono, si manifestano e si concretizzano idee e cognizioni di carattere tanto sociale, quanto spirituale: le regole che governano la commensalità sono un precipitato della struttura sociale mentre le preferenze e le avversioni di carattere alimentare traducono sovente logiche e dinamiche del pensiero religioso. Se la commensalità rappresenta universalmente un processo atto a costruire, comunicare ed eventualmente trasgredire regole sociali, gerarchie e legami, il cibo è investito in tutte le società da valori simbolico-sacrali. Lungi dall'assecondare un tipo di coerenza ampiamente immotivata, le abitudini alimentari di un popolo rimandano, pertanto, alle molteplici dimensioni entro cui si esprime la sua cultura. Una parte degli interventi del ciclo ha, dunque, esplicitato dinamiche e strutture di tale complesso gioco alimentare, contribuendo a rendere meno enigmatiche e a destituire di ogni casualità e irrazionalità le prassi alimentari adottate dai membri di società diverse dalla nostra.
L'itinerario descritto dal ciclo di incontri ha, dunque, voluto rendere evidente e manifesto come nelle preferenze e nelle avversioni di carattere alimentare si manifestino le strutture mentali di un popolo, individuando, almeno in parte, le cause concrete e le conseguenze associate alle diverse abitudini alimentari. D'altra parte i gusti e i disgusti, oltre a essere culturalmente e socialmente determinati, sono un prodotto storico, ragione per cui il ciclo proposto non poteva non contemplare analisi diacroniche della fenomenologia alimentare applicate alle diverse aree culturali considerate. I comportamenti alimentari oltre a essere l'esito di scelte legate all'immaginario e ai simboli di cui ciascuna cultura è portatrice sono, come è peraltro immediatamente percepibile, frutto di valutazioni economiche e nutrizionali. Onde rendere pienamente conto del carattere ubiquo e delle innumerevoli implicazioni e ricadute in ogni ambito e dimensione dell'esistenza umana dell'alimentazione quale fondamentale esperienza del mondo, anche queste ultime due prospettive, grazie all'eterogeneità delle competenze dei relatori coinvolti, sono state esplorate.
Il carattere dialogico che ha definito la presenza e la partecipazione del pubblico allo spazio di comunicazione interculturale descritto da questo itinerario in sei tappe dimostra quanto l'alimentazione soddisfi non solo il bisogno primario rappresentato dal nutrimento, ma l'altrettanto fondamentale impulso a manifestare ed esplicitare la propria identità etnica, sociale, culturale e individuale. © RIPRODUZIONE RISERVATA 02 LUGLIO 2015 |