Pino Landonio  
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SE SI CAMBIANO LE REGOLE DEL GIOCO


L'indice di trasmissibilità Rt va in soffitta. Tutti tranquilli?



Pino Landonio


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Vi fidereste di un arbitro che, a partita in corso, decidesse di cambiare le regole del gioco? Che so io: abolire il fuorigioco, oppure il fallo di mano in area, per consentire che si facciano più gol?

È quello che mi è venuto in mente vedendo il fervore con cui i Governatori delle regioni (chi più chi meno) si sono affannati a chiedere al Governo il cambio delle regole alla base della assegnazione dei colori (giallo, arancio, rosso), a partire dalla più invisa di tutte: l'indice Rt.

Un indice sensibile, troppo sensibile si è detto, nel valutare il rischio di contagio: quanto più prossimo all'1, o addirittura superiore all’1, tanto più il contagio si espande; quanto più lontano dall'1, il contagio va scemando.

Ci siamo fidati per oltre un anno del suo valore; e ora, per garantirci aperture più certe (ma non necessariamente più sicure), ecco che quell'indice non solo lo mettiamo in soffitta, ma addirittura lo additiamo al pubblico ludibrio...

Effetto Madrid, dicono gli esperti di cose politiche: lì il peso eccessivo delle misure restrittive avrebbe favorito un cambio epocale nelle convinzioni politiche degli elettori, passati dalla sinistra alla destra, perfino estrema. Dunque per favorire la stabilità dell'elettorato meglio allentare le misure: e quale strumento migliore che cambiare lo strumento di valutazione?

Ora ci affideremo ad altri parametri: l'indice dei ricoveri, il tasso di saturazione delle terapie intensive, tutti in miglioramento grazie all'impatto indubbiamente positivo delle vaccinazioni sugli over 80 e sugli over 70. La scommessa è che, indipendentemente della espansione o meno del virus, i suoi effetti sulla popolazione più giovane determineranno minori conseguenze cliniche, e quindi minor accesso alla ospedalizzazione. Ma, siamo così sicuri che qualche Governatore più zelante (Sicilia docet, quanto a notifiche di morte! ) non inviterà a ricoverare il meno possibile, pur di evitare colori meno performanti?

In un paese serio questo non dovrebbe certo allarmare. Ma in un paese serio. Con tutte le contorsioni dei nostri Governatori, e con i referenti politici cui la maggior parte di loro fanno riferimento, si può stare così tranquilli?

Cambiare le regole del gioco in corso di partita non è mai una buona regola: su questo almeno dovremmo tutti convenire. E, infine, mi si consenta di spezzare una lancia, anzi due: una per il ministro Speranza lasciato solo, troppo solo, a predicare prudenza. L'altra per l'infettivologo Massimo Galli, che dopo avere per un anno parlato, mai a sproposito, delle problematiche del virus, ha scelto ora la linea del silenzio. Nauseato dalle accuse di essere solo una Cassandra. E, forse, non condividendo il pressing delle riaperture e il rischio di sentirci troppo presto "liberi tutti".

 

Pino Landonio
Nato nel 1949, padre di due figli e nonno di 5 nipoti. Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1973, e specializzato in Ematologia (1978) e in Oncologia (1986). Ha lavorato come ematologo e poi come oncologo all’Ospedale Niguarda, dal 1975 al 2006. Dal 2005 al 2010 è stato Consigliere Comunale a Milano. Dal 2011 collabora con l’Assessorato al Welfare del Comune di Milano e coordina, a Palazzo Marino, l’iniziativa “Area P” (incontri mensili di poesia). Ha pubblicato, per Ancora, tre raccolte di “Dialoghi immaginari” con poeti di tutti i tempi e paesi (2015, 2017 e 2019) e “Guarda il cielo”(30 racconti, 2016). Ha inoltre pubblicato "Modello Milano " (Laurana, 2019); "Modello Lombardia?" (Ornitorinco, 2020); "E la gente rimase a casa" (La mano, 2021). (ndr)


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18 MAGGIO 2021