Pino Landonio  
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UN IRAN DI DIO


Questo non può non trovare mobilitazioni e risposta



Pino Landonio


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Dopo Moshen Shekari, un ragazzo di 23 anni, colpevole di essere sceso in piazza a protestare in difesa delle donne iraniane, messo a morte per impiccagione con l’accusa di “inimicizia verso Dio”, dopo un processo farsa, senza avvocato difensore, e senza lo straccio di una prova, ora è la volta di Majid Reza Rahnavard, impiccato per aver ucciso due guardie del regime. Un escalation di morti in Iran che non può passare sotto silenzio.

Nel nome di Masha Amini, la giovane iraniana barbaramente uccisa dalla “polizia della moralità” creata dall’Ayatollah Khomeini, per essersi semplicemente tolta il velo, migliaia di donne stanno dando vita ormai da mesi a una protesta clamorosa, togliendosi a loro volta il velo e tagliandosi i capelli, per protestare contro un regime dispotico e intollerante, a costo della loro vita.

Molti altri si aggiungono di giorno in giorno alla loro protesta: contro di loro il governo iraniano mostra non meno intolleranza e crudeltà. Le vittime delle proteste sono ormai quasi 500. E un numero imprecisato di giovani imprigionati, sotto processo o già condannati rischiano la stessa fine di Moshen Shekari e di Majid Reza Rahnavard.

Un film del 2020, bello e drammatico, di un regista iraniano, Mohammad Rasoulof, dal titolo provocatorio “Il male non esiste” (premiato con l’Orso d’oro al Festival di Berlino), racconta quattro storie, tutte incentrate sul dramma del suo popolo, sottoposto alle crudeltà di un regime dispotico che conculca ogni libertà e impedisce di ribellarsi alle ingiustizie. Nel primo di questi episodi viene rappresentata con straordinaria efficacia quella che potremmo chiamare la “banalità del male”: una giornata qualunque di una persona in apparenza normale, buona con i parenti, i vicini, perfino gli animali, e che si scopre, solo nell’ultima scena essere il “boia” deputato alle impiccagioni dei condannati a morte. I piedi penzolanti degli uccisi, la loro immobilità dopo le iniziali scosse, l’emissione delle urine, confezionano una scena che è un autentico colpo allo stomaco.

Che fare? Pur pressati dalla guerra in Ucraina, oltre che dalle nostre mediocri vicende interne, quello che succede in Iran non può non trovare mobilitazioni e risposta. Il nostro Governo, finora alquanto afono, deve prendere una iniziativa di dura protesta. Si devono intensificare le manifestazioni di solidarietà con le donne iraniane. Dobbiamo tutti concorrere alle petizioni (una delle quali avviata dal quotidiano “La Stampa” per la liberazione di Fahimeh Karimi, madre di tre bambini e allenatrice di pallavolo, condannata a morte per un calcio dato a un paramilitare nel corso di una manifestazione) in difesa degli arrestati e dei condannati. Poco? È già qualcosa, per far sentire al regime iraniano l’isolamento di tutta la comunità internazionale.

Azar Nafisi, la scrittrice iraniana in esilio, autrice del libro “Leggere Lolita a Teheran”, nei giorni scorsi a Roma per “Più libri più liberi” (un titolo quanto mai appropriato) ha dichiarato in una intervista a “Repubblica”: “L’Iran di oggi è come il Sudafrica dell’Apartheid. Il razzismo in Sudafrica era contro i neri, in Iran è contro le donne. Ci sono migliaia di persone che scendono in piazza, e il regime non può certo ucciderle tutte … Finirà per implodere, come in Sudafrica davanti alla sfida di Nelson Mandela”. Ma, intanto, come reagire? “Parlando di loro … Se l’opinione pubblica nei Paesi liberi parla di loro, compie l’opera più decisiva, importante: non farle sentire sole”. Uniamo le nostre voci. Facciamole sentire forti e chiare.

 

 

 

 

Pino Landonio
Nato nel 1949, padre di due figli e nonno di 5 nipoti. Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1973, e specializzato in Ematologia (1978) e in Oncologia (1986). Ha lavorato come ematologo e poi come oncologo all’Ospedale Niguarda, dal 1975 al 2006. Dal 2005 al 2010 è stato Consigliere Comunale a Milano. Dal 2011 collabora con l’Assessorato al Welfare del Comune di Milano e coordina, a Palazzo Marino, l’iniziativa “Area P” (incontri mensili di poesia). Ha pubblicato, per Ancora, tre raccolte di “Dialoghi immaginari” con poeti di tutti i tempi e paesi (2015, 2017 e 2019) e “Guarda il cielo”(30 racconti, 2016). Ha inoltre pubblicato "Modello Milano " (Laurana, 2019); "Modello Lombardia?" (Ornitorinco, 2020); "E la gente rimase a casa" (La mano, 2021). (ndr)


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16 DICEMBRE 2022