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A SILVIA VEGETTI FINZI IL PREMIO SILA 2023


Una vita intellettuale mai docile né ossequiosa



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Il 24 giugno a Palazzo Arnone di Cosenza, Silvia Vegetti Finzi dopo aver pronunciato la lectio magistralis dal titolo “Il mito di Elena tra bellezza e conflitto” ha ricevuto il prestigioso Premio Sila alla carriera conferito con la seguente motivazione:

«Silvia Vegetti Finzi è figura di riferimento, e non solo in Italia, per quanto riguarda sia la storia del movimento psicanalitico, sia il senso e il peso da dare al pensiero freudiano. Il suo sguardo segue da decenni l’andamento, a tratti carsico, con cui la psicanalisi si è mossa non solo al proprio interno, ma anche nell’influenza esercitata su altre discipline. E, in questa direzione, a lei va riconosciuta una indomita capacità, quella di cogliere e sottolineare il segno, o forse il graffio, che la psicoanalisi ha lasciato sulle idee di questo e, soprattutto, del secolo scorso.

Ma è soprattutto nell’intreccio fra sapere delle donne e disciplina psicanalitica che Vegetti Finzi si è ritagliata uno spazio singolare, smentendo quel pregiudizio che inquadra ed etichetta la psicanalisi come apparato di sapere sordo o addirittura ostile alla riflessione e alla possibile costruzione di una differente soggettività femminile. Negli ultimi anni della sua vita, Freud fu sicuramente consapevole della qualità impervia di quel “continente nero” che era per lui la psiche femminile e lasciò alle donne, alle psicoanaliste donne, il compito di esplorare teoricamente quel territorio oscuro. Silvia Vegetti Finzi è fra quelle donne che hanno accolto l’invito freudiano a dire una propria parola sulla psiche femminile. Per lei, l’eredità lasciata da Freud è stata una traccia da cui incamminarsi verso orizzonti inattesi – si veda a tal proposito il suo innovativo contributo sul “bambino della notte” – e mai esercizio di mera e obbediente ripetizione della parola del maestro fondatore. I fantasmi che dimorano nella psiche delle bambine e quelli che si lasciano intravvedere quando si diventa madri sono stati il territorio privilegiato della sua indagine ed esplorazione, il suo contributo più suggestivo e originale.

Fuori da ogni rassicurante e ortodossa appartenenza, Vegetti Finzi è davvero una interprete coraggiosa di quell’esercizio di pensiero critico che oggi appare o appannato o addirittura deriso.
Assegnarle il Premio alla Carriera è riconoscere innanzitutto la sua testimonianza a favore di una vita intellettuale mai docile né ossequiosa. Ma è anche riconoscere il suo contributo e il suo impegno per un uso largo del pensiero psicanalitico, la sua capacità di traghettarlo oltre i confini e gli arroccamenti dentro comode torri d’avorio dove alla fine, però, poco si respira e poco si costruisce.
Il cuore di Silvia è sempre stato dalla parte delle donne e il suo pensiero ha sempre coraggiosamente cercato, appoggiandosi anche alle figure femminili del mito greco, di offrire alla comunità delle donne tracce e suggerimenti per mettere a fuoco quelle fantasie e quei desideri che si muovono sotterranei. A lei va, dunque, il nostro grazie e per la qualità del suo cammino intellettuale e per la generosità del suo impegno».


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29 GIUGNO 2023