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COMPLESSITÀ NELLA SEMPLICITÀ
Commento al libro di Giorgio Ciucci
Guido Zucconi
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Nell’ultimo quarto del secolo scorso, Giorgio Ciucci si è affermato come il maggiore studioso dell’architettura italiana tra le due guerre: non soltanto per il volume PBE, Gli architetti e il fascismo, uscito nel 1989, ma per una serie di articoli apparsi su riviste, di introduzioni a cataloghi di mostre, di contributi in volumi collettivi. L’ultimo suo lavoro – Figure e temi nell’architettura italiana del Novecento. Da Gigiotti Zanini a Vittorio Gregotti, a cura e con un’introduzione di Guia Baratelli (Quodlibet, 2023) – è una raccolta di scritti che oltrepassano i limiti di quel ventennio, per spingersi fino verso il 1990. L’ultimo saggio riguarda infatti la realizzazione di Bicocca a Milano: uno dei più grandi progetti dell’Italia repubblicana, che Vittorio Gregotti ha concepito sulle ceneri degli stabilimenti Pirelli. Non tanto per la dimensione, quanto per la complessità funzionale di un intervento che, oltre ad un grande numero di residenze qualificate, contiene un nuovo campus universitario ed un teatro d’opera.
La città e le arti figurative rappresentano lo scenario di fondo che accompagna vicende complesse, soltanto in parte riconducibili a poetiche personali, a scuole o a tendenze prevalenti. Dalle periferie industriali di Mario Sironi e dagli scenari urbani da Gigiotti Zanini dipinti negli anni venti, la narrazione di Ciucci si snoda fino al punto di descrivere città reali, come quella disegnata da Gregotti; lungo questa linea, la raccolta di testi riguarda una galleria di quattordici autori, entro un arco cronologico che va dagli scenari ispirati al Novecento fino ad oggi, passando per le prove del modernismo più radicale. Tuttavia, nel saggio introduttivo, Guia Baratelli (curatrice del volume) procede a ritroso, fino all’Unità d’Italia ponendo una serie di questioni, come il rapporto tra architettura e arti decorative, tra stile nazionale e linguaggi regionali: figure, temi e problemi, soltanto in apparenza superati dall’avvento di quelle forme di International Style che appaiono anche in Italia nel corso degli anni venti del XX secolo.
A questo proposito, va dato atto all’autore di non averci riproposto, per l’ennesima volta, il banale conflitto tra le resistenze dei tradizionalisti e le ragioni del progresso (incarnate nel modernismo minimalista). Al contrario, Ciucci si colloca in una posizione au-dessous de la mệlée, come ben dimostra l’immagine riportata in copertina: la corte interna di Palazzo Civita a Milano, i cui fronti mostrano un sobrio equilibrio fra modernità e tradizione. Sul retro, la facciata geometrica ripresa dal Campus di Bicocca, ripropone visivamente la traiettoria cronologica del volume, da Gigiotti Zanini a Gregotti.
Nell’ultimo numero de “Il Giornale dell’Architettura” (n. 20/22), Carlo Pedretti ha proposto una recensione in parallelo ponendo, accanto all’antologia di Ciucci, il recente libro di Carlo Olmo, Storia contro storie. Elogio del fatto architettonico. (Donzelli, Roma 2023, pp. 184, euro 27). Intitolato Storiografia, storie e, temi a confronto nei due nuovi libri di Giorgio Ciucci e di Carlo Olmo, l’articolo di Pedretti propone quindi una difficile, se non impossibile, comparazione: da un lato c’è una sequenza inevitabilmente “paratattica”, come i 15 saggi scritti da Ciucci nell’arco di un trentennio (tra 1989 e 2019), dall’altra c’è un testo ad altissima intensità culturale, nella quale viene precipitata una lunga lista di grandi intellettuali del Novecento. Se da un lato il fato architettonico è il punto d’arrivo di un’indagine che parte da lontano, per Olmo si tratta invece di un punto di partenza per una cavalcata che, a partire da Walter Benjamin, ci conduce nelle vaste praterie dei saperi d’alto bordo (filosofia, musicologia, critica letteraria, semiologia, fisica teorica, per citarne solo alcuni). Dunque, l’architettura come “grumo” visibile di un intreccio che, come tale, non può riferirsi soltanto alle biografie dei singoli progettisti ma deve continuamente rimandare alla sfera della conoscenza, da intendersi in tutta la sua complessità teorica ed epistemologica.
Più umilmente, ma forse più efficacemente, Giorgio Ciucci si limita a fare interagire una serie di campi e di fattori che ci permettono di comprendere molti dei significati legati all’opera: l’impegno civile, comune a tutti gli attori da lui analizzati, il quadro politico (e, nel periodo 1923-1945, il legame con le direttive del Regime), senza dimenticare i modelli che provengono da oltre le Alpi (Le Corbusier in primis) e, in qualche caso, anche da oltre Oceano. Come già detto, la città e le arti figurative offrono la tela di fondo sulla quale stagliare il profilo di ciascuna opera, così come il rapporto con la tradizione costituisce un inevitabile termine di confronto per tutte le opere di ciacun autore. Questo vale per quelli più esplicitamente legati a quel concept (come nel caso di Gigiotti Zanini) ma anche per chi è portavoce di “un modernismo più intransigente” (come dice Ciucci): tra questi Libera, Figini, Pollini. Possiamo forse individuare Giuseppe Pagano, come l’unico deciso a rifiutare qualsiasi rapporto con la storia e con la tradizione.
Tra i meriti del libro su Figure e temi nell’architettura italiana, c’è quello della semplicità che tuttavia ci permette di cogliere un quadro molto complesso dove si succedono temi e figure diverse. Nel contempo, lungo il corso della sua narrazione, Giorgio Ciucci fa cadere come birilli una serie di ben consolidati stereotipi: tra questi il contrappunto tra architettura fascista e architettura antifascista, tra razionalisti e tradizionalisti, tra modernismo ed eclettismo.
Guido Zucconi
N.d.C. - Guido Zucconi, già ordinario di Storia dell’architettura, ha insegnato Storia dell’architettura e Storia della città all’Università IUAV di Venezia. L’Italia tra Otto e Novecento ha rappresentato il suo principale campo di interesse, collocabile a diverse scale e all’incrocio di più ambiti (piano e progetto, conservazione e didattica, architettura e urbanistica). Da qui, lo studio di figure complesse come Gustavo Giovannoni e Camillo Boito.
Tra i suoi libri: The Transformation of the techniques of the plan in the golden age of efficiency (1900-1916). After the Burnham's plan for Chicago in 1909, from the early conferences on city planning the emerging of the zoning ideology (Princeton University School of Architecture, 1977); con Giovanna Alfonsi, a cura di, Luigi Mattioni. Architetto della ricostruzione (Electa, 1985); La città contesa. Dagli ingegneri sanitari agli urbanisti (1885-1942) (Jaca Book, 1989; 1999); Medievale e moderno: Gino Zani e il rifacimento di San Marino (FrancoAngeli, 1990); a cura di, Camillo Sitte e i suoi interpreti (FrancoAngeli, 1992); Gino Zani. La rifabbrica di San Marino, 1925-1943 (Arsenale, 1992); Venezia. Guida all'architettura (con un saggio di Donatella Calabi, Arsenale, 1993; 2007); Firenze. Guida all'architettura (con un saggio di Pietro Ruschi, Arsenale, 1995); a cura di, Gustavo Giovannoni, Dal capitello alla città (con un regesto degli scritti a cura di Giuseppe Bonaccorso, Jaca book, 1997); L'invenzione del passato. Camillo Boito e l'architettura neomedievale, 1855-1890 (Marsilio, 1997); con Francesca Castellani, a cura di, Camillo Boito. Un'architettura per l'Italia unita (Marsilio, 2000); Il nuovo frontemare di Zara e di Spalato dopo le trasformazioni ottocentesche (il Calamo, 2000); La città dell'Ottocento (Laterza, 2001; 2004; 2007; 2008; 2010; 2022); con Stefano Gallo, Arte del Novecento. 1900-1944, a cura di Rita Scrimieri (Mondadori Università, 2002); con Miriam Mirolla, Arte del Novecento. 1945-2001, a cura di Rita Scrimieri (Mondadori Università, 2002); con Tiziana Serena, a cura di, Camillo Boito. Un protagonista dell'Ottocento italiano (Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, 2002); a cura di, La grande Venezia. Una metropoli incompiuta tra Otto e Novecento (Marsilio, 2002); con Giuliana Mazzi, a cura di, Daniele Donghi. I molti aspetti di un ingegnere totale (Marsilio, 2006); L'amministrazione delle acque nel Veneto austriaco, 1813-1866 (Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, 2008); Una città cosmopolita. Fiume e il suo fronte-mare nell'età dualistica (1870-1914) (Viella, 2008); Ca' de Sass, Milan (Terra Ferma, 2010); con Martina Carraro, a cura di, Officina Iuav, 1925-1980. Saggi sulla scuola di architettura di Venezia (Marsilio, 2011); a cura di, Il bello e l'utile. Prato della Valle nella Padova di Memmo (Marsilio, 2012); con Alberto Giorgio Cassani, a cura di, Guido Cirilli architetto dell'Accademia (Il poligrafo, 2014); con Rosa Tamborrino, a cura di, Lo spazio narrabile. Scritti di storia della città in onore di Donatella Calabi (Quodlibet, 2014); con Caterina Furlan, a cura di, Giuseppe Torres. Il restauro del castello di Spilimbergo (1911-1912) (Forum, 2017); Le stagioni dell'ingegnere Ferdinando Forlati. Un protagonista del restauro nelle Venezie del Novecento, a cura di Stefano Sorteni (Il poligrafo, 2017); con Adele Fiadino, a cura di, Architettura per l'ospitalità in Italia tra Ottocento e Novecento (Gangemi, 2020); La città degli igienisti. Riforme e utopie sanitarie nell'Italia umbertina (Carocci, 2022); a cura di, Ricostruire Longarone. I piani e le architetture 1963-1972 (Silvana editoriale, 2023).
Sui libri di Guido Zucconi, v. in questa rubrica: Heleni Porfyriou, L’urbanistica tra igiene, salute e potere (9 giugno 2023).
N.B. I grassetti nel testo sono nostri.
R.R. © RIPRODUZIONE RISERVATA 13 OTTOBRE 2023 |
CITTÀ BENE COMUNE
Ambito di riflessione e dibattito sulla città, il territorio, l'ambiente, il paesaggio e le relative culture progettuali
ideato e diretto da Renzo Riboldazzi
prodotto dalla Casa della Cultura e dal Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano
in redazione: Elena Bertani Luca Bottini Oriana Codispoti
cittabenecomune@casadellacultura.it
iniziativa sostenuta da:
Conferenze & dialoghi
2017: Salvatore Settis locandina/presentazione sintesi video/testo integrale
2018: Cesare de Seta locandina/presentazione sintesi video/testo integrale
2019: G. Pasqui | C. Sini locandina/presentazione sintesi video/testo integrale
Gli incontri
Gli autoritratti
2017: Edoardo Salzano 2018: Silvano Tintori 2019: Alberto Magnaghi 2022: Pier Luigi Cervellati
Le letture
2015: online/pubblicazione 2016: online/pubblicazione 2017: online/pubblicazione 2018: online/pubblicazione 2019: online/pubblicazione 2020: online/pubblicazione 2021: online/pubblicazione 2022: online/pubblicazione 2023:
G. Laino, Napoli oltre i luoghi comuni, commento a: P. Macry, Napoli. Nostalgia di domani (il Mulino, 2018)
R. Tognetti, Altre lingue per il "muratore che ha studiato latino", commento a: L. Crespi, Design del non-finito (Postmedia books, 2023)
M. A. Crippa, Il paesaggio (in Sicilia) è sacro, commento a: A. I. Lima, La dimensione sacrale del paesaggio (Palermo University Press, 2023)
A. Petrillo, Dove va Milano?, commento a: L. Tozzi, L’invenzione di Milano (Cronopio, 2023)
A. Clementi, Cercasi urbanista responsabile, commento a: A. Belli, G. Belli, Luigi Piccinato (Carocci, 2022)
F. Visconti, L'ordine necessario dell'architettura, commento a: R. Capozzi, Sull’ordine. Architettura come cosmogonìa (Mimesis, 2023)
V. De Lucia, Natura? La distruzione continua..., commento a: A. Cederna, La distruzione della natura in Italia (Castelvecchi, 2023)
P. C. Palermo, Urbanistica? Necessaria e irrilevante, commento a: A. Clementi, Alla conquista della modernità (Carocci, 2020)
C. Merlini, L'insegnamento di un controesempio, commento a: A. Di Giovanni, J. Leveratto, Un quartiere mondo (Quodlibet, 2022)
I. Mariotti, Pandemie? Una questione anche geografica, commento a: E. Casti, F. Adobati, I. Negri (a cura di), Mapping the Epidemic (Elsevier, 2021)
A. di Campli, Prepararsi all'imprevedibile, commento a: S. Armondi, A. Balducci, M. Bovo, B. Galimberti (a cura di), Cities Learning from a Pandemic (Routledge, 2023)
L. Nucci, Roma, la città delle istituzioni, commento a: (a cura di) A. Bruschi, P. V. Dell'Aira, Roma città delle istituzioni (Quodlibet, 2022)
G. Azzoni, Per un'etica della forma architettonica, commento a: M. A. Crippa, Antoni Gaudì / Eladio Dieste. Semi di creatività nei sistemi geometrici (Torri del vento, 2022)
S. Spanu, Sociologia del territorio: quale contributo?, commento a: A. Mela, E. Battaglini (a cura di), Concetti chiave e innovazioni teoriche della sociologia dell’ambiente e del territorio del dopo Covid-19 ("Sociologia urbana e rurale", n. mon. 127/2022)
F. Camerin, La dissoluzione dell'urbanistica spagnola, commento a: M. Fernandez Maroto, Urbanismo y evolución urbana de Valladolid (Universidad de Valladolid, 2021)
M.Bernardi, Il futuro è nel glocalismo, commento a: P.Perulli, Nel 2050. Passaggio al nuovo mondo (il Mulino, 2021)
F.Ventura, Edifici, città e paesaggi biodegradabili, commento a: V. De Lucia, L’Italia era bellissima (DeriveApprodi, 2022)
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C.Olmo, Un'urbanistica della materialità e del silenzio, commento a:C. Bianchetti, Le mura di Troia (Donzelli, 2023)
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A. Muntoni, L'urbanistica, sociologia che si fa forma, commento a: V. Lupo, Marcello Vittorini, ingegnere urbanista (Gangemi, 2020)
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