Domani è l'Otto Marzo, giorno dedicato alle Donne. I tempi sono così difficili che si rischia di dar ragione a chi, considerando inopportuno ogni festeggiamento, vorrebbe limitarsi a denunciare delitti, violenze e ingiustizie perpetrati da sempre contro il nostro sesso.
Ma proprio per evitare di cedere allo sconforto, vale la pena di reagire, di valorizzare i risultati raggiunti e di ribadire gli obbiettivi da conquistare.
In questo clima di rinnovato impegno, la Casa delle Cultura, che sin dagli anni ottanta ha aperto la "porta rossa" alla Festa delle donne, propone un'iniziativa che non ha precedenti.
Quella di festeggiare, non solo le donne, ma anche e soprattutto le bambine di oggi e di ieri.
In questi anni le ragazzine crescono in un clima culturale più aperto, ugualitario e incentivante rispetto alle loro nonne e mamme: eccellono negli studi, praticano sport, spesso a livelli competitivi, leggono più dei coetanei e viaggiano quanto loro, virtualmente e di fatto. All'Università si troveranno in maggioranza ma nell'ambito del lavoro incontreranno non poche difficoltà in termini di assunzione, retribuzione e carriera. Renderle protagoniste dell'Otto Marzo significa mettere in luce le loro potenzialità e responsabilizzarle sul domani che le attende.
Il futuro appartiene alle ultime generazioni ma troppo spesso, per un eccesso di amore e di paura, i genitori tendono a iperproteggere i figli, talora a sostituirli per evitare rischi e scelte sbagliate.
Ma la vita s'impara solo vivendo ed è ai più giovani che occorre progressivamente cedere quote di autonomia e d'indipendenza perché possano, anche compiendo qualche errore, conoscere ed esprimere le loro risorse. Il passaggio da una generazione all'altra ha bisogno di continuità ma anche d'innovazione e di cambiamento.
Saranno perciò le ragazzine a entrare in scena suonando, cantando e dipingendo, proprio nella Casa della cultura, dove da settant'anni risuonano discorsi autorevoli e serissimi. Nel corso della serata, interventi di donne adulte accompagneranno le loro esibizioni leggendo brani paradossali tratti dalla storia dell'educazione femminile, ironizzando sugli stereotipi sessisti dei maschietti e presentando un video sulle bambine dei Cinque Continenti. Trasformare le bambine da spettatrici ad attrici dell'Otto marzo, intende portare in questa giornata, gravata da tante tradizioni non sempre positive, una ventata di allegria, di fiducia e di speranza nel futuro che, benché "non sia più quello di una volta" è l'unico che abbiamo.
Articolo pubblicato il 7 marzo 2016 sul CORRIERE DELLA SERA MILANO. © RIPRODUZIONE RISERVATA 08 MARZO 2016 |