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IL FUTURO SI COSTRUISCE GIORNO PER GIORNO
Intervento all'incontro sul pensiero e l'opera di Bernardo Secchi
Vittorio Gregotti
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Nel 2014 ho scritto, in occasione della sua scomparsa, un testo su Bernardo Secchi pubblicato sul numero 153 di "Urbanistica" e poi ripreso dal sito web della Casa della Cultura: una riflessione non solo per ricordare un grande amico ma per far emergere quanto la disciplina dell'urbanistica ha perduto con la morte di Secchi, come urbanista, teorico e insegnante.
Ho conosciuto Bernardo Secchi quando era ancora un ricercatore dell'ILSES, poi quando frequentava amici comuni come De Carlo, Andreatta, Zambrini e altri. Poi nei suoi primi tempi come professore a Venezia, con Samonà, e infine quando ho diretto dall'82 al '96 "Casabella" di cui era diventato il vero direttore associato per l'urbanistica. A parte questo, non vorrei riprendere qui temi e contenuti di quel testo per "Urbanistica" dove ho provato ad analizzare e inquadrare criticamente i suoi scritti e i suoi lavori più importanti. Piuttosto preferirei parlare del libro curato da Giulia Fini, recentemente pubblicato per i tipi di Donzelli e intitolato: Il futuro si costruisce giorno per giorno. Riflessioni su spazio, società e progetto. Questo perché in questo libro sono pubblicati, oltre all'introduzione della curatrice e scritti di Patrizia Gabellini e di Paola Viganò (associata dal 1989 allo studio Secchi e oggi erede di quell'attività progettuale e culturale), testi di Bernardo Secchi poco noti ma di grande interesse per una possibile continuità futura del suo pensiero teoretico. Un pensiero che appare nella sua forma più recente: il libro curato dalla Fini, infatti, contiene un'antologia di venti scritti di Secchi quasi tutti inediti che vanno dal 1999 al 2014. Tra questi, del primo, - autobiografico, dal titolo Ho conosciuto dei maestri - credo sia straordinariamente necessaria la conoscenza. Qui, infatti, sono presenti alcune idee - che tra l'altro io stesso ho sviluppato in un mio testo del 2014, Il possibile necessario edito da Bompiani - che hanno suscitato in me riflessioni che riguardano anzitutto la relazione culturale che Secchi seppe instaurare non tanto con altri urbanisti quanto con alcuni autori di testi letterari, economici e filosofici, a lui cari quanto lo furono a me. Testi che ricordo di aver discusso con lui e che ritornano nei suoi scritti i quali, soprattutto oggi, appaiono di grande interesse perché fanno emergere i suoi profondi interessi teorici per ambiti disciplinari eterogenei, nonché per le arti visive e l'architettura.
Interessi che ci consentono di comprendere meglio anche la distinzione che Secchi faceva tra il significato di "planning" e quello di "urbanistica" come pratica di disegno urbano e territoriale, e quindi del loro concreto progetto, con tutto il suo valore di frammento di verità del presente: una verità storica e non metafisica, dotata di grande stabilità nel suo messaggio ma insieme ben conscia del processo di necessaria modificazione che la vita impone con cui criticamente confrontarsi. Un modo di essere caratteristico dell'internazionalismo critico erede del Movimento moderno contro il globalismo neocoloniale del capitalismo finanziario dei nostri anni che Secchi affronta coraggiosamente anche in altri scritti ora raccolti nel libro curato dalla Fini.
Ho sempre considerato un elemento importante dell'unità di intenti tra me e Secchi il fatto che la nozione di "modificazione" sia stata per entrambi la sfida e insieme la condizione principale con cui il progetto nasce e si confronta. Nel suo libro del 2011, scritto a quattro mani con Paola Viganò, dal titolo La ville poreuse (Ginevra: MétisPresses) a proposito del progetto per la Grand Paris afferma che la "porosità" di un territorio è ciò che permette e richiede la sua modificazione. È dunque il modo di essere necessario per ogni nuovo intervento ed è anche il principio che supporta l'idea di "città diffusa" - anch'essa cara a Secchi - che attribuisce all'antropogeografia il ruolo di "materiale del progetto" a tutte le scale. Quindi regole comuni ma soluzioni specifiche.
Nelle parole di Secchi il progetto come modificazione corrisponde a un atteggiamento che punta a determinare "piccoli slittamenti, attraverso una serie di progetti della città, che possono portare a leggere, interpretare, far funzionare e a dare un ruolo ed un significato a una città diverso ma necessario e possibile rispetto a quello precedente" ma ad essa connesso. È dunque un principio, quello della modificazione, che rende solidale anche la nozione di urbanistica a quella di architettura, contro ogni specializzazione separatrice perché è il terreno su cui ambedue agiscono. E questa è anche una possibile interpretazione dello slogan - anche questo caro a Secchi - "progetto di suolo" e una chiave di lettura della sua convinzione che per agire positivamente sul territorio e sulla città ci si deve necessariamente confrontare interpretativamente con la storia di quel territorio e di quella città, combattendo contro le architetture esibizioniste dei poteri forti e contro le difficoltà delle procedure che spesso si oppongono agli interessi della collettività. Questo perché siano superate attraverso le proposte dei migliori protagonisti delle diverse culture, senza mai perdere le specificità dei propri mezzi e senza abbandonare gli scopi comuni "della ridistribuzione delle risorse urbane e territoriali". Un tema che proprio qui, in questa sala e in questo stesso ciclo di incontri, abbiamo discusso con Bernardo Secchi nel maggio 2013 presentando uno dei suoi ultimi libri - La città dei ricchi e la città dei poveri (edito da Laterza) - quando Secchi ritornò sul concetto di "isotropia" come progetto politico e fondamento di una "nuova questione urbana".
Questa non è certo una presentazione esauriente del lavoro teorico e pratico svolto a livello internazionale da Bernardo Secchi ma solo un affettuoso e per me indispensabile ulteriore ricordo del contributo che ha offerto al mio lavoro di architetto e, spero, anche a quello delle generazioni più giovani.
Vittorio Gregotti
NdC - Quello riportato sopra è il testo (rivisto e corretto dall'autore) dell'intervento di Vittorio Gregotti all'incontro sul pensiero e l'opera di Bernardo Secchi tenutosi alla Casa della Cultura il 23 maggio 2016 nell'ambito della IV edizione del ciclo "Città Bene Comune".
Vittorio Gregotti è uno dei più importanti architetti italiani. Con la Gregotti Associati International, di cui è stato fondatore, ha progettato le università di Palermo e Cosenza, i quartieri Zen a Palermo e Cannaregio a Venezia, opere ad Aix-en-Provence, Strasburgo, Parigi e Berlino, le trasformazioni museali di Brera a Milano e dell'Accademia Carrara a Bergamo, il Centro culturale di Belém a Lisbona, gli stadi di Barcellona, Nîmes e Genova, i centri di ricerca Enea a Portici e Roma, il Parco tecnologico e scientifico Polaris di Pula, in Sardegna, nonché interventi di riqualificazione urbanistica a Cesena, Lecco, Civitanova e soprattutto a Milano, nell'area Bicocca, dove si trovano altre sue importanti architetture come la sede dell'Università degli Studi, della Siemens, della Pirelli e il teatro degli Arcimboldi. Tra i suoi lavori di pianificazione si ricordano i piani regolatori di Torino, Livorno, Pavia, Avellino e i più recenti piani per nuovi insediamenti a Shanghai.
Tra le sue pubblicazioni: Il territorio dell'architettura (Milano: Feltrinelli, 1966, 1972, 1975, 1977, 1980, 1987, 1988, 1992, 1993, 2008, 2014); L'architettura tedesca dal 1900 al 1930 (Milano: Fabbri, 1967); (a cura di) Architettura, urbanistica e disegno industriale (Milano: Fabbri, 1967); Orientamenti nuovi nell'architettura italiana (Milano: Electa, 1969); (a cura di) Architettura e urbanistica: forma, spazio, habitat (Milano: Fabbri, 1975; 1978, 1980, 1986); (a cura di) Alvaro Siza architetto 1954-1979 (Milano: Idea Ed., 1979); con Mario Botta e Renzo Piano, Il mestiere di architetto. Il progetto nel rapporto con le condizioni della produzione (Venezia: Cluva, 1984); (a cura di Giovanni Vragnaz) Questioni di architettura. Editoriali di Casabella (Torino: Einaudi, 1986); Cinque dialoghi necessari (Milano: Electa, 1990); Dentro l'architettura (Torino: Bollati Boringhieri, 1991, 1995, 2002); La città visibile. Frammenti di disegno della città ordinati e catalogati secondo i principi dell'architettura della modificazione contestuale (Torino: Einaudi, 1993, 1997); Mio nonno esploratore (Milano: All'insegna del pesce d'oro, 1993); Le scarpe di Van Gogh. Modificazioni nell'architettura (Torino: Einaudi, 1994); (a cura di) con Giovanni Marzari, Luigi Figini Gino Pollini. Opera completa (Milano: Electa, 1996, 2002); Recinto di fabbrica (Torino: Bollati Boringhieri, 1996); Venezia città della nuova modernità (Firenze: Istituto geografico militare/ Consorzio Venezia Nuova, 1996, 1998, 1999); (a cura di) Arcipelago Europa (Bologna: Editrice Compositori, 1998); Identità e crisi dell'architettura europea (Torino: Einaudi, 1999); Diciassette lettere sull'architettura (Roma-Bari: Laterza, 2000, 2001); Sulle orme di Palladio. Ragioni e pratica dell'architettura (Roma-Bari: Laterza, 2000, 2003); Architettura, tecnica, finalità (Roma-Bari: Laterza, 2002); L'architettura del realismo critico (Roma-Bari: Laterza, 2004); Autobiografia del XX secolo (Milano: Skira, 2005); L'architettura nell'epoca dell'incessante (Roma-Bari, Laterza, 2006); Contro la fine dell'architettura (Torino: Einaudi, 2008, 2009); Una lezione di architettura. Rappresentazione, globalizzazione, interdisciplinarità (Firenze: Firenze university press, 2009); L'ultimo hutong. Lavorare in architettura nella nuova Cina (Milano: Skira, 2009); Architecture, means and ends (traduzione Lydia G. Cochrane; Chicago: University of Chicago Press, 2010); Tre forme di architettura mancata (Torino: Einaudi, 2010); L'architettura di Cézanne (Milano: Skira, 2011); Architettura e postmetropoli (Torino: Einaudi, 2011); La città pubblica (Pordenone: Giavedoni, 2012); Incertezze e simulazioni. Architettura tra moderno e contemporaneo (Milano: Skira, 2012); Il sublime al tempo del contemporaneo (Torino: Einaudi, 2013); 96 ragioni critiche del progetto (Milano: BUR, 2014); Il possibile necessario (Milano: Bompiani, 2014); Viaggio nell'idea di bellezza (Roma: Arel, 2014); Lezioni veneziane (Milano: Skira, 2016).
Di Vittorio Gregotti, oltre allo scritto su Bernardo Secchi citato nel testo, in questa rubrica è comparso un commento all'ultimo libro di Luigi Mazza: Città/cittadinanza binomio inscindibile (10 novembre 2015).
R.R.
© RIPRODUZIONE RISERVATA 29 SETTEMBRE 2016 |
CITTÀ BENE COMUNE
Ambito di dibattito sulla città, il territorio e la cultura del progetto urbano e territoriale
a cura di Renzo Riboldazzi cittabenecomune@casadellacultura.it
Gli incontri
- 2016: programma /presentazione
- 2015: programma /presentazione
- 2014: programma /presentazione
- 2013: programma /presentazione
Interventi, commenti, letture
- P. Gabellini, Un razionalismo intriso di umanesimo, commento a: R. Pavia, Il passo delle città (Donzelli, 2015)
- A. Lanzani, Quali politiche per la città?, Commento al primo rapporto di Urban@it
- M. Romano, I nemici della libertà commento a: A. Lanzani, Città territorio urbanistica tra crisi e contrazione (FrancoAngeli, 2015)
- F. Mancuso, Identità e cittadinanza nelle piazze d'Europa, commento a: M. Romano, La piazza europea (Marsilio, 2015)
- S. Tintori, Metropoli o città metropolitana? Verso l'irrazionale, lo spontaneo, il primitivo, l'immateriale.
- A. Villani, Progettare il futuro o gestire gli eventi? Le origini della pianificazione della città metropolitana
- L. Meneghetti, Città metropolitana, policentrismo, paesaggio
- A. Monestiroli, Quando è l'architettura a fare la città. Cosa ho imparato da Milano
- F. Ventura, Urbanistica: né etica, né diritto, commento a: S. Moroni, Libertà e innovazione nella città sostenibile (Carocci, 2015)
- G. Ottolini, Arte e spazio pubblico, commento a: A. Pioselli, L'arte nello spazio pubblico (Johan & Levi, 2015)
- G. Laino, Se tutto è gentrification, comprendiamo poco, commento a: G. Semi, Gentrification. Tutte le città come Disneyland? (il Mulino, 2015)
- F. Gastaldi, Gentrification. Tutte le città come Disneyland?, recensione del libro di G. Semi (il Mulino, 2015)
- G. Consonni, Un pensiero argomentante, dialogico, sincretico, operante, commento a G. Becattini, La coscienza dei luoghi (Donzelli, 2015)
- V. Gregotti, Bernardo Secchi: il pensiero e l'opera
- R. Pavia, Il suolo come infrastruttura ambientale. Commento a: A. Lanzani, Città territorio urbanistica tra crisi e contrazione (FrancoAngeli, 2015)
- G. Tagliaventi, L'arte della città 100 anni dopo. Commento a: R. Milani, L'arte della città (il Mulino, 2015)
- A. Villani, Disegnare, prevedere, organizzare le città…, Commento a: F. La Cecla, Contro l'urbanistica (Einaudi, 2015)
- R. Milani, Per capire bisogna toccare, odorare, vedere... , Commento a: F. La Cecla, Contro l'urbanistica (Einaudi, 2015)
- M. Ponti, Il paradiso è davvero senza automobili? Commento a: A. Donati e F. Petracchini, Muoversi in città (Ed. Ambiente, 2015)
- S. Brenna, La strana disfatta dell'urbanistica pubblica. Note sullo stato della pianificazione italiana
- F. Ventura, Lo stato della pianificazione urbanistica. Qualche interrogativo per un dibattito
- G. Tonon, Città e urbanistica: un grande fallimento, intervento all'incontro con P. Berdini del 18 maggio 2015
- R. Mascarucci, A favore dell'urbanistica, commento a: F. La Cecla, Contro l'urbanistica (Einaudi, 2015)
- P.Colarossi, Fare piazze, commento a: M. Romano, La piazza europea (Marsilio 2015)
- J.Gardella, Mezzo secolo di architettura e urbanistica, dialogo immaginario sulla mostra "Comunità Italia", Triennale di Milano, 2015-16
- G.Pasqui, Pensare e fare Urbanistica oggi, recensione a A.Lanzani, Città territorio urbanistica tra crisi e contrazione (Franco Angeli, 2015)
- L.Colombo, Urbanistica e beni culturali, Riflessione a partire da La Cecla, Moroni e Montanari
- L.Meneghetti, Casa, lavoro, cittadinanza. Seconda parte
- F.Ventura, Urbanistica: tecnica o politica?, commento a: L. Mazza, Spazio e cittadinanza (Donzelli, 2015)
- P.C.Palermo, Per un'urbanistica che non sia un simulacro, commento a: L. Mazza, Spazio e cittadinanza (Donzelli, 2015)
- S.Moroni, Governo del territorio e cittadinanza, commento a L.Mazza, Spazio e cittadinanza.(Donzelli, 2015)
- P.Berdini, Quali regole per la bellezza della città?, commento a S.Moroni, Libertà e innovazione nella città sostenibile (Carocci, 2015)
- R.Riboldazzi, Perchè essere 'pro' e non 'contro' l'Urbanistica, commento a F.La Cecla, Contro l'urbanistica (Einaudi, 2015)
- P. Maddalena, Addio regole. E addio diritti e bellezza delle città, prefazione a: P. Berdini, Le città fallite (Donzelli, 2014)
- S. Settis, Beni comuni fra diritto alla città e azione popolare, introduzione a: P. Maddalena, Il territorio bene comune degli italiani (Donzelli, 2014)
- L. Meneghetti, Casa, lavoro cittadinanza. Il nodo irrisolto dell'immigrazione nelle città italiane
- M. Romano, Urbanistica: 'ingiustificata protervia', recensione a: S. Moroni, Libertà e innovazione nella città sostenibile (Carocci, 2015)
- P. Pileri, Laudato si': una sfida (anche) per l'urbanistica, commento all'enciclica di Papa Francesco (2015)
- P. Maddalena, La bellezza della casa comune, bene supremo. Commento alla Laudato si' di Papa Francesco (2015)
- S. Settis, Cieca invettiva o manifesto per una nuova urbanistica? Recensione a: F. La Cecla, Contro l'urbanistica (Einaudi, 2015)
- V. Gregotti, Città/cittadinanza: binomio inscindibile, Recensione a: L. Mazza, Spazio e cittadinanza (Donzelli, 2015)
- F. Indovina, Si può essere 'contro' l'urbanistica? Recensione a: F. La Cecla, Contro l'urbanistica (Einaudi, 2015)
- R. Riboldazzi, Città: e se ricominciassimo dall'uomo (e dai suoi rifiuti)? Recensione a: R. Pavia, Il passo della città (Donzelli 2015)
- R. Riboldazzi, Suolo: tanti buoni motivi per preservarlo, recensione a: P. Pileri, Che cosa c'è sotto (Altreconomia, 2015)
- L. Mazza, intervento all'incontro con P. Maddalena su Il territorio bene comune degli italiani (Donzelli, 2014)
- L. Meneghetti, Dov'è la bellezza di Milano? , commento sui temi dell'incontro con P. Berdini su Le città fallite(Donzelli, 2014)
- J. Muzio, intervento all'incontro con T. Montanari su Le pietre e il popolo(mimum fax, 2013)
- P. Panza, segnalazione (sul Corriere della Sera dell'11.05.2014)
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