Emilio Battisti  
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CONTRO L'URBANISTICA? NO, SERVE UN'IDEA DI CITTÀ


Intervento all'incontro con Franco La Cecla



Emilio Battisti


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Devo premettere che non sono né un urbanista né un pianificatore, ma che mi considero un progettista urbano che studia e progetta la struttura morfologica della città, le sue soluzioni insediative e le conseguenti applicazioni a livello tipologico. Nello svolgere l'attività progettuale attribuisco grande significato e valore allo spazio pubblico e alle sue declinazioni in uno specifico ordine che considera quindi, in successione, lo spazio degli insediamenti, lo spazio collettivo e condiviso, lo spazio privato.

Sono consapevole che la città progettata, in quanto tale, non esiste più ma sono convinto che il progetto urbano può comunque servire a orientarne la crescita per connotarla, per quanto possibile, in termini di sviluppo. Di conseguenza è opportuno che i due termini, crescita e sviluppo, siano disaccoppiati e non utilizzati indifferentemente come sinonimi. Frequentemente, infatti, le città crescono in quantità ed estensione ma non si sviluppano qualitativamente, anzi in molti casi la crescita ne acutizza i problemi. In altri casi, assai più rari, lo sviluppo si manifesta senza crescita o con appropriate compensazioni che contribuiscono al miglior funzionamento degli organismi urbani e alla qualità ambientale.

Fatta questa premessa, devo riconoscere che il libro di Franco La Cecla, Contro l'urbanistica. La cultura delle città (Einaudi 2015), è interessante e di piacevole lettura. Esso ci consegna testimonianze originali della conoscenza che l'autore ha di varie metropoli e città del mondo. Una conoscenza diretta, acquisita attraverso visite in loco, macinando chilometri a piedi: cose che hanno stimolato processi cognitivi emotivi, piuttosto che razionali, fatti di sensazioni ed esperienze soggettive basate sul rapporto tra il proprio corpo e lo spazio.

In questa prospettiva, La Cecla sottolinea il significato e il valore del rapporto corpo-spazio e gli effetti che ha generato in alcune grandi manifestazioni di protesta caratterizzate dall'occupazione di spazi pubblici da parte dei manifestanti, da Hong Kong a Il Cairo a Istanbul. Una lettura che è senz'altro di grande interesse, anche se appare necessario tenere presente l'ambivalenza di questo rapporto, perché lo spazio urbano è stato storicamente utilizzato soprattutto per rappresentare il potere e per reprimere le rivolte popolari: si veda, per fare un solo esempio, la Parigi di Haussmann.

C'è poi un'altra attribuzione di significato e valore che ritroviamo nel libro: quella alla povertà urbana e alle componenti sociali che danno luogo nel mondo alle svariate forme insediative spontanee che le sono proprie. Francamente mi sembra che in questo caso la tesi di La Cecla rappresenti addirittura un paradosso e una contraddizione difficile da inquadrare in una prospettiva di sviluppo. Questo, anche se è vero che inseguire la crescita urbana e assegnare alle sue manifestazioni degenerate giustificazioni sociologiche, ambientali, economiche e insediative è diventata pratica ordinaria dell'urbanistica: una disciplina che troppo spesso rinuncia ad elaborare scenari alternativi e credibili da proporre e condividere.

L'esempio di Milano è emblematico. Con i recenti interventi di City Life e Porta Nuova il panorama urbano è completamente mutato e i milanesi si sono ritrovati in una città molto differente da quella che conoscevano e alla quale erano abituati. Personalmente sono critico nei confronti del risultato che abbiamo di fronte che omologa Milano a molte altre grandi città del mondo, sottraendole quel carattere d'identità che, con il grattacielo Pirelli e la Torre Velasca, l'avevano resa famosa e unica. Tuttavia, devo prendere atto che questo nuovo scenario riscuote un grande consenso non solo popolare ma anche presso persone dotate di uno spiccato senso critico, prova del fatto che la cultura urbana e architettonica non è stata in grado di diffondere riferimenti di valore partecipati e condivisi.

Al mutamento del contesto urbano si accompagna a Milano una deriva dei riferimenti di centralità che dal sistema storico - formato da piazza del Duomo, Piazza della Scala e Castello Sforzesco - slittano a quello di recente realizzazione - Piazza Gae Aulenti, la nuova sede della Regione e gli interventi sull'area delle ex Varesine -. Un fenomeno importante che avviene in una situazione di sostanziale mancanza di attenzione da parte della pubblica amministrazione e attraverso il casuale susseguirsi di episodi di trasformazione urbana. Senza cioè che sia governato o almeno orientato, come sarebbe necessario soprattutto in questo periodo di transizione dalla scala municipale a quella metropolitana nel governo territoriale. 

Proprio in questa fase storica potrebbe invece ritrovarsi un senso a tutto ciò che sta avvenendo perché, a ben vedere, anche la nuova Città metropolitana, per quanto basata su un sostanziale e strutturato policentrismo, necessita di una sua specifica centralità generale. E questa si può riconoscere sia nell'emblematica genericità degli elementi architettonici che compongono il nuovo scenario urbano di Porta Nuova, sia nella potente infrastrutturazione ferroviaria dell'area, caratterizzata dalla presenza delle stazioni di Milano Centrale e di Porta Garibaldi. Queste ne fanno una delle zone di massima accessibilità non solo rispetto alla regione ma anche rispetto al Paese oltre a costituire un fondamentale nodo di interscambio urbano con la metropolitana e il passante ferroviario. Si tratta dunque di una condizione rispetto alla quale ci si può proporre di avviare la formazione di una nuova identità sovracomunale nella quale si possano riconoscere tutti i cittadini della Città metropolitana di Milano. Un processo che sarà lungo e complesso ma necessario per assegnare una fondata fisionomia antropologica e culturale alla nuova realtà amministrativa e territoriale.

 

Emilio Battisti

 

PS. Ci tengo a ricordare che quando Franco La Cecla ha fatto il suo intervento in replica ai nostri commenti al suo libro durante l'incontro del 2 maggio alla Casa della Cultura, nel momento in cui descrivendo la situazione urbana di alcune metropoli occidentali (Milano, San Francisco, ecc.) ha sostenuto che la fruizione degli spazi pubblici di queste città fosse piuttosto limitata per tutta una serie di ragioni, mi sono sentito di intervenire, interrompendo la sua esposizione, per contestare quanto stava affermando. Una reazione di cui mi sono poi scusato.

 

NdC - Quello riportato sopra è il testo, rivisto, dell'intervento di Emilio Battisti all'incontro con Franco La Cecla tenutosi alla Casa della Cultura il 2 maggio 2016 nell'ambito della IV edizione del ciclo "Città Bene Comune". 

Emilio Battisti, architetto e pittore, è stato professore ordinario di Composizione Architettonica presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Ha insegnato come visiting professor in diverse università internazionali (Accademia di Architettura di Mendrisio, Pratt Institute, Syracuse University e Columbia University) e ha fatto parte del Collegio dei docenti del dottorato in Composizione Architettonica presso l'Istituto Universitario di Architettura di Venezia e del Dottorato in Progettazione Architettonica e Urbana del Politecnico di Milano. 

Ha diretto per Feltrinelli la collana "Casa, Città, Territorio" e curato l'edizione italiana di alcune opere sull'architettura del costruttivismo; è autore della raccolta di saggi "Architettura, Ideologia e Scienza" sulla teoria e la pratica delle discipline di progetto, della voce "Grandi Esposizioni" dell'Enciclopedia Universale dell'Arte e di testi critici sull'opera di Vittorio Gregotti, Mario Botta, Gae Aulenti, Steven Holl, Franco Purini, Philip Johnson, Livio Vacchini, Gino Pollini, Yvonne Farrell & Shelley McNamara. Tra i suoi libri: Struttura urbana e trasformazioni territoriali (Milano: Fabbri, 1967); con Adalberto Dal Lago (a cura di), La propedeutica e l'insegnamento della composizione architettonica, atti del Convegno nazionale tenuto il 5 e 6 marzo 1966 dall'Istituto di composizione architettonica della Facoltà di architettura di Milano (Milano: Ist. di composizione della Facolta di architettura del Politecnico, 1968); a cura di,  Anatole Kopp, Città e rivoluzione: architettura e urbanistica sovietiche degli anni Venti (Milano: Feltrinelli, 1972; 1977; 1987); Architettura, ideologia e scienza: teoria e pratica nelle discipline di progetto (Milano: Feltrinelli, 1975); a cura di, Moisej Jakovlevic Ginzburg, Saggi sull'architettura costruttivista (Milano: Feltrinelli, 1977); con Kenneth Frampton (a cura di Italo Rota), Mario Botta: architetture e progetti negli anni '70 (Milano: Electa, 1979; 1981; 1983); con altri, Expo diffusa e sostenibile: progetto finalizzato a promuovere l'Esposizione universale di Milano 2010 come manifestazione diffusa nel territorio con interventi ecosostenibili (Milano: Politecnico di Milano, Dpa; Unicopli, 2011).

Come progettista ha partecipato a concorsi nazionali e internazionali. In Italia, ha preso parte a quello per il recupero urbano di Porto Catena-Fiera a Mantova (1° premio); per il sovrappasso ferroviario e la nuova stazione delle autolinee di Bergamo (1° premio); al concorso Shindler "Risalire la città" a Bergamo (3° premio); per il Centro direzionale e per la nuova Università di Firenze e per l'Università di Cosenza (vinti e realizzati con Vittorio Gregotti e altri); a Bologna, il concorso per la stazione FS (segnalato), per il recupero urbano della Manifattura tabacchi (segnalato) e per il teatro Arena del Sole poi realizzato; a Rimini per il Teatro Galli (2° premio) e per la nuova sede dell'Amministrazione Provinciale (2° premio); a Milano, per la riqualificazione della Galleria Vittorio Emanuele (secondo classificato), per la sistemazione dell'asse Duca d'Aosta-Vittor Pisani-Repubblica e dell'area Garibaldi-Repubblica (segnalato); per nuovi spazi nel Palazzo della Regione, già grattacielo Pirelli (terzo classificato), per la Biblioteca Europea di Informazione e Comunicazione (ammesso al 2° grado), per la sistemazione delle aree attorno alla Basilica di San Lorenzo (1° premio, realizzato) con il recupero conservativo dell'ex Chiesa Valdese in via dei Fabbri, e per Piazza Costantino (1° premio, realizzato). All'estero ha partecipato al concorso per la Tête Défense, Mission Grande Axe (selezionato) e l'Opéra de la Bastille (segnalato) a Parigi; per il recupero dell'ex Ambasciata italiana come nuova Accademia delle Scienze a Berlino (1° premio con Gae Aulenti e Klaus Theo Brenner); per Lützowplatz a Berlino (cui ha fatto seguito l'incarico, da parte dell'IBA, per un edificio residenziale realizzato); per l'ampliamento della biblioteca di Lipsia; per il nuovo quartiere Nord di Lugano -.

Tra i progetti realizzati vanno inoltre segnalati: l'edificio multifunzionale tra le vie S. Raffaele e S. Radegonda a Milano; le stazioni ferroviarie di Cesano Maderno e di Pinerolo; l'ampliamento dell'industria aeronautica ex Savoia Marchetti di Borgomanero; una grande casa per vacanze sul Lago Maggiore. 

Emilio Battisti è anche un divulgatore e animatore culturale. Ha organizzato e continua ad organizzare incontri e dibattiti sull'architettura e il futuro della città. Tra i temi che l'hanno visto più impegnato negli ultimi anni c'è quello dell'Expo e quello della riapertura dei Navigli a Milano.

Sul libro di La Cecla oggetto del commento di Battisti, v. anche: F. Indovina, Si può essere 'contro' l'urbanistica? (20 ottobre 2015); S. Settis, Cieca invettiva o manifesto per una nuova urbanistica? (17 novembre 2015); R. Riboldazzi, Perché essere 'pro' (e non 'contro') l'urbanistica (20 gennaio 2016); L. Colombo, Urbanistica e beni culturali (19 febbraio 2016); R. Mascarucci, A favore dell'urbanistica (16 marzo 2016); R. Milani, Per capire bisogna toccare, odorare, vedere... , (20 aprile 2016); A. Villani, Disegnare, prevedere, organizzare le città, (28 aprile 2016).

RR

 

 

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA

07 OTTOBRE 2016

CITTÀ BENE COMUNE

Ambito di dibattito sulla città, il territorio e la cultura del progetto urbano e territoriale

a cura di Renzo Riboldazzi cittabenecomune@casadellacultura.it

 

 

Gli incontri 

- 2016: programma /presentazione

- 2015: programma /presentazione

- 2014: programma /presentazione

- 2013: programma /presentazione

 

Interventi, commenti, letture

- V. Gregotti, Il futuro si costruisce giorno per giorno, intervento all'incontro su Bernardo Secchi, 23 maggio 2016.

- P. Gabellini, Un razionalismo intriso di umanesimo, commento a: R. Pavia, Il passo delle città (Donzelli, 2015)

- A. Lanzani, Quali politiche per la città?, Commento al primo rapporto di Urban@it

- M. Romano, I nemici della libertà commento a: A. Lanzani, Città territorio urbanistica tra crisi e contrazione (FrancoAngeli, 2015)

- F. Mancuso, Identità e cittadinanza nelle piazze d'Europa, commento a: M. Romano, La piazza europea (Marsilio, 2015)

- S. Tintori, Metropoli o città metropolitana? Verso l'irrazionale, lo spontaneo, il primitivo, l'immateriale

- A. Villani, Progettare il futuro o gestire gli eventi? Le origini della pianificazione della città metropolitana

- L. Meneghetti, Città metropolitana, policentrismo, paesaggio

- A. Monestiroli, Quando è l'architettura a fare la città. Cosa ho imparato da Milano

- F. Ventura, Urbanistica: né etica, né diritto, commento a: S. Moroni, Libertà e innovazione nella città sostenibile (Carocci, 2015)

- G. Ottolini, Arte e spazio pubblico, commento a: A. Pioselli, L'arte nello spazio pubblico (Johan & Levi, 2015) 

- G. Laino, Se tutto è gentrification, comprendiamo poco, commento a: G. Semi, Gentrification. Tutte le città come Disneyland? (il Mulino, 2015)

- F. Gastaldi, Gentrification. Tutte le città come Disneyland?,  recensione del libro di G. Semi (il Mulino, 2015)

- G. Consonni, Un pensiero argomentante, dialogico, sincretico, operante, commento a G. Becattini, La coscienza dei luoghi (Donzelli, 2015)

- V. Gregotti, Bernardo Secchi: il pensiero e l'opera

- R. Pavia, Il suolo come infrastruttura ambientale. Commento a: A. Lanzani, Città territorio urbanistica tra crisi e contrazione (FrancoAngeli, 2015)

- G. Tagliaventi, L'arte della città 100 anni dopo. Commento a: R. Milani, L'arte della città (il Mulino, 2015)

- A. Villani, Disegnare, prevedere, organizzare le città…, Commento a: F. La Cecla, Contro l'urbanistica (Einaudi, 2015)

- R. Milani, Per capire bisogna toccare, odorare, vedere... ,  Commento a: F. La Cecla, Contro l'urbanistica (Einaudi, 2015)

- M. Ponti, Il paradiso è davvero senza automobili? Commento a: A. Donati e F. Petracchini, Muoversi in città (Ed. Ambiente, 2015)

- S. Brenna, La strana disfatta dell'urbanistica pubblica. Note sullo stato della pianificazione italiana

- F. Ventura, Lo stato della pianificazione urbanistica. Qualche interrogativo per un dibattito

- G. Tonon, Città e urbanistica: un grande fallimento, intervento all'incontro con P. Berdini del 18 maggio 2015

- R. Mascarucci, A favore dell'urbanistica, commento a: F. La Cecla, Contro l'urbanistica (Einaudi, 2015)

 - P.Colarossi, Fare piazze, commento a: M. Romano, La piazza europea (Marsilio 2015)

- J.Gardella, Mezzo secolo di architettura e urbanistica, dialogo immaginario sulla mostra "Comunità Italia", Triennale di Milano, 2015-16

- G.Pasqui, Pensare e fare Urbanistica oggi, recensione a A.Lanzani, Città territorio urbanistica tra crisi e contrazione (Franco Angeli, 2015)

- L.Colombo, Urbanistica e beni culturali, Riflessione a partire da La Cecla, Moroni e Montanari  

- L.Meneghetti, Casa, lavoro, cittadinanza. Seconda parte

- F.Ventura, Urbanistica: tecnica o politica?, commento a: L. Mazza, Spazio e cittadinanza (Donzelli, 2015)

- P.C.Palermo, Per un'urbanistica che non sia un simulacro, commento a: L. Mazza, Spazio e cittadinanza (Donzelli, 2015)

 - S.Moroni, Governo del territorio e cittadinanza, commento a L.Mazza, Spazio e cittadinanza.(Donzelli, 2015) 

 - P.Berdini, Quali regole per la bellezza della città?, commento a S.Moroni, Libertà e innovazione nella città sostenibile (Carocci, 2015)  

 - R.Riboldazzi, Perchè essere 'pro' e non 'contro' l'Urbanistica, commento a F.La Cecla, Contro l'urbanistica (Einaudi, 2015)

 - P. Maddalena, Addio regole. E addio diritti e bellezza delle città, prefazione a: P. Berdini, Le città fallite (Donzelli, 2014)

- S. Settis, Beni comuni fra diritto alla città e azione popolare, introduzione a: P. Maddalena, Il territorio bene comune degli italiani (Donzelli, 2014)

- L. Meneghetti, Casa, lavoro cittadinanza. Il nodo irrisolto dell'immigrazione nelle città italiane

- M. Romano, Urbanistica: 'ingiustificata protervia', recensione a: S. Moroni, Libertà e innovazione nella città sostenibile (Carocci, 2015)

- P. Pileri, Laudato si': una sfida (anche) per l'urbanistica, commento all'enciclica di Papa Francesco (2015)

- P. Maddalena, La bellezza della casa comune, bene supremo. Commento alla Laudato si' di Papa Francesco (2015)

- S. Settis, Cieca invettiva o manifesto per una nuova urbanistica? Recensione a: F. La Cecla, Contro l'urbanistica (Einaudi, 2015)

- V. Gregotti, Città/cittadinanza: binomio inscindibile, Recensione a: L. Mazza, Spazio e cittadinanza (Donzelli, 2015)

- F. Indovina, Si può essere 'contro' l'urbanistica? Recensione a: F. La Cecla, Contro l'urbanistica (Einaudi, 2015)

- R. Riboldazzi, Città: e se ricominciassimo dall'uomo (e dai suoi rifiuti)? Recensione a: R. Pavia, Il passo della città (Donzelli 2015)

- R. Riboldazzi, Suolo: tanti buoni motivi per preservarlo, recensione a: P. Pileri, Che cosa c'è sotto (Altreconomia, 2015)

- L. Mazza, intervento all'incontro con P. Maddalena su Il territorio bene comune degli italiani (Donzelli, 2014)

- L. Meneghetti, Dov'è la bellezza di Milano? , commento sui temi dell'incontro con P. Berdini su Le città fallite(Donzelli, 2014)

- J. Muzio, intervento all'incontro con T. Montanari su Le pietre e il popolo(mimum fax, 2013)

- P. Panza, segnalazione (sul Corriere della Sera dell'11.05.2014)