Anita Garibaldi morì nel '49 e non vide l'impresa più grande del marito. I mille che sbarcarono in Sicilia erano infatti tutti uomini, tranne una persona Rosalia Montmasson, una ragazza di Marsiglia che viveva di lavori di cura nelle famiglie abbienti e si era fatta dare dal padre una sorta di licenza preventiva per poter scegliere di fare la vita che avrebbe voluto, e quindi anche sposarsi, senza dovergli chiedere il permesso. Rosalia è una rivoluzionaria. Fervente mazziniana, segue il Maestro in molti dei suoi girovagare e sempre si ispira al suo pensiero, soprattutto al repubblicanesimo.
L'incontro della vita per Rosalia è con un personaggio siciliano, giovane, di forte temperamento, mazziniano anche lui, uomo di idee radicali che si chiama Francesco Crispi. Crispi ha avuto molte storie con donne e qualche figlio che ha riconosciuto, ma quando incrocia Rosalia se ne innamora perdutamente.
Questa storia è raccontata magistralmente per Sellerio da Maria Attanasio, scrittrice siciliana, con un uso della lingua italiana semplicemente fantastico.
Rosalia sormonta il divieto del marito, convince Garibaldi e si imbarca con i Mille. È lei la donna del Risorgimento, ma per decenni il suo nome, che pure al suo tempo era molto noto, viene sempre più allontanato dalla memoria.
La riscoperta magistrale che ne fa Maria Attanasio ha un doppio valore. La storia di Rosalie, che si chiamava in origine, ovviamente, Rosalie, è la storia di una donna combattente. Ve ne furono poche, ma quelle di cui si ha notizia sono state donne straordinarie. È una persona semplice e colta. Donna di grandi decisioni e di grandi sentimenti come il mazzinianesimo. Donna capace anche di grandi sofferenze.
L'altro aspetto che il libro porta alla luce è la miseria di un uomo che fu grande ma che tradì molti suoi ideali e, qui lo scopriamo, trattò selvaggiamente la sua compagna senza ricevere da lei né odio né rancore al punto che poté parlarle anche negli anni dell'insuccesso quando la giovane donna di cui si era perdutamente innamorato spendeva tutti i denari da lui guadagnati e lui cominciava a sentirsi dannatamente solo.
Crispi è un personaggio straordinario, nel bene e nel male. Fu rivoluzionario e repubblicano e poi fu monarchico e governista. Fu ministro acuto e uomo di avventure imperialiste e anche nemico dei suoi vecchi amici. Disinvolto, cinico rappresenta un punto di svolta fondamentale nella vita della Nazione che sta nascendo.
Un grande storico britannico, Christopher Duggan, morto da qualche anno, ha scritto un libro su di lui che forse è il più bel libro sul Risorgimento e sui primi anni dell'Italia unita.
Ma anche la Attanasio nel suo romanzo restituisce passioni, miserie, grandezza di quella straordinaria stagione da cui trae origine il nostro paese e che è talmente sottovalutata nella memoria collettiva da far gridare allo scandalo.
Rosalia è una donna moderna, mai doma, mai quiescente anche se l'amore per Crispi la costringe a scelte talvolta dannose per se. Crispi la offende in modo grave arrivando persino a far distruggere i documenti che sancivano il loro legale matrimonio a Malta e fa questa infamia per poter sposare la giovane di cui si era invaghito. In questo senso Crispi è l'eterno masculin, egoista, cattivo, senza morale.
Rosalia accetta la situazione perché forse lo ama o forse perché sa che la figura del marito è centrale nella vita precaria della nazione che sta nascendo.
Ho letto questo libo da maschio che si è vergognato, da italiano grato a queste Rosalie e a tanti che si sono battuti come lei. E soprattutto con la speranza che altre storie come questa vengano portate alla luce. Infine una segnalazione per Maria Attanasio. So poco di premi e simili. Ma se non premiano questa scrittrice sono degli stupidi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA 03 LUGLIO 2018 |