La storia è parte importante e integrante dell'attività della Casa della Cultura. È una nostra scelta di fondo: non piegarsi al presentismo assoluto e riproporre la grande questione del rapporto passato - presente, tassello indispensabile per lo sviluppo del pensiero critico.
Con questo numero della rivista la riflessione storiografica entra anche in viaBorgogna3: in queste pagine riportiamo la discussione svoltasi durante il ciclo curato in Casa della Cultura da Mariateresa Beonio Brocchieri e Massimo Campanini. I quattro incontri hanno messo a fuoco uno dei grandi nodi della storiografia, il Medioevo, con l'obiettivo di smontare un pregiudizio che risale alle battaglie ideali e culturali degli umanisti e degli illuministi ma che è ancora largamente diffuso.
Umanisti e illuministi avevano mille ragioni per condurre la loro battaglia contro " i secoli bui": la loro identità stessa, il loro straordinario progetto culturale, traeva linfa vitale dal contrasto polemico, dalla differenziazione ricercata con le stagioni precedenti. Ciò non significa che a distanza di alcuni secoli si debbano mantenere riflessioni e giudizi costruiti con intento e con vigore polemico nel fuoco di una battaglia culturale.
Anche perché nel frattempo la conoscenza sui "secoli bui", su come davvero si viveva e si pensava allora, ha fatto passi da gigante, soprattutto negli ultimi cinquant'anni. Ancora mezzo secolo fa era largamente prevalente l'idea di un'Europa cristiana chiusa in se stessa e raccolta attorno all'autorità indiscussa della Chiesa Cattolica. Il quadro che ci trasmettono oggi le ricerche storiografiche è molto più articolato: il Medioevo ci appare nella sua complessità e nelle sue scansioni interne. L'idea del millennio ininterrotto di oscurità può essere ormai trattata come un vero e proprio pregiudizio che ostacola la ricerca e la riflessione storica.
Tanti elementi concorrono a smontare questa visione unilaterale e pregiudiziale: gli sviluppi culturali e artistici, l'organizzazione culturale, le attività commerciali e finanziarie che, in tempi e luoghi diversi, fiorirono anche durante quei secoli.
In questo numero della rivista, come nel ciclo svoltosi in Casa della Cultura, l'accento viene messo sulla porosità dell'Europa cristiana, sui rapporti mai del tutto interrotti con le altre civiltà, ad iniziare da quella islamica.
Il Medioevo europeo corrisponde temporalmente alla classicità islamica. Si tocca qui una sorprendente discrasia temporale che è bene avere presente e meditare attentamente: essa aiuta a capire la complessità degli sviluppi storici. Da questo punto di vista è ancora più chiaro quanto fu importante per l'Europa il rapporto e l'interazione con l'altra sponda del Mediterraneo: le relazioni si svilupparono attraverso mille canali durante tutto il Medioevo e vennero interrotte bruscamente solo nell'anno cruciale 1492: mentre Cristoforo Colombo poneva le basi dell'esplosiva espansione globale della civiltà europea, Isabella e Ferdinando d'Aragona blindavano la Spagna e l'Europa erigendo un muro di ferro contro l'Islam.
Sono riflessioni storiche di cui possiamo agevolmente cogliere gli intrecci con problemi e questioni del nostro tempo. A dimostrazione di quanto la riflessione sul passato, se condotta seriamente, può aiutare a guardare meglio, più in profondità, anche il presente. Smontare i pregiudizi sul passato - ecco il senso dei contributi raccolti in questo numero della rivista - è uno strumento potente anche per affrontare criticamente quelli che avvelenano il tempo presente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA 07 LUGLIO 2018 |