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Difendemmo la città come si poteva. Le frecce dei comanche arrivavano a nuvole. Le clave di guerra dei comanche rimbombavano sui marciapiedi soffici e gialli. C'erano dei terrapieni lungo il Boulevard Mark Clark e le siepi erano state munite di fili elettrici luminosi. La gente cercava di farsi una ragione. (Donald Barthelme, La rivolta degli indiani) Una cancellata si è materializzata all'Esquilino, in un sabato mattina romano. Larga da marciapiede a marciapiede, costruita in stile barricata/puzzle, alta più o meno due metri e mezzo, con dentatura appuntita in cima. Ad occhio, un patchwork poco geometrico. È blu, dello stesso blu dei blindati della polizia che la sostengono, ed è montata all'imbocco di via Napoleone III, una delle tante strade che partono da piazza Vittorio Emanuele II, la piazza più grande di Roma, costruita dai 'piemontesi ' nel quartiere oggi pieno di botteghe indiane, bengalesi, cinesi. I passanti si soffermano, guardano oltre la griglia di ferro. Giornalisti e turisti scattano fotografie, residenti e commercianti la osservano prima con stupore, quindi con quella che sembra una crescente familiarità. Si finisce con l'abituarsi a tutto. Troppo larga per una porta di calcio, la cancellata potrebbe andar bene per una partita di pallavolo, non fosse per la dentatura in cima. La superficie irregolare del reticolo renderebbe pressochè impraticabile lo squash. Difficile attaccarci bigliettini o messaggi. I poliziotti se ne stanno nei blindati, a vigilare sul loro checkpoint-charlie-per-un-giorno. Oggi arriva Matteo Salvini, nel pomeriggio parlerà da piazza del Popolo, 'Renzi a casa '. È lo sbarco della Lega nord nella Capitale, una cosa che ai tempi di Umberto Bossi era considerata impossibile, un ossimoro, preparato da giorni con comparsate tv e manifesti in città. Insieme alla Lega c'è il centro sociale Casapound, i 'fascisti del duemila '. L'alleanza neroverde. A loro si contrappongono i movimenti antifascisti: contro-manifestazione, i poster disegnati da Zerocalcare. La battaglia è stata preceduta da schermaglie sul web e da qualche scontro il venerdì: gli antifascisti hanno provato a occupare piazza del Popolo, alcuni sono stati caricati, altri portati via di peso dalla basilica di Santa Maria. Anche loro oggi vanno in corteo. L'appuntamento è proprio in piazza Vittorio, per arrivare fino in centro. A metà di via Napoleone III c'è la sede di Casapound. Quindi, la gabbia. Da mesi ci chiediamo perchè Matteo Salvini sia praticamente ogni giorno in televisione. Ricorderemo a lungo le sue immagini in déshabillé sui rotocalchi. Davvero, non c'è praticamente giorno in cui non compaia in televisione. Dice un uomo che incontro sotto Casapound, un signore di mezza età che mesi addietro era appresso ai Forconi: 'Mi piace, parla schietto. Ti guarda in faccia e dice quello che pensa. Sai cos'ha fatto una volta, durante la campagna elettorale per le europee? È andato, alle otto di mattina mi pare, ad assistere alla mungitura delle mucche. Così si fa. Sempre in movimento. Se solo si togliesse lo stipendio da parlamentare (Salvini non è un parlamentare, ndr) piglierebbe tutti i voti dei cinque stelle. Non capisco perchè non lo faccia '. Momento didascalico quando il gruppo di Casapound, partito in corteo da via Napoleone III per arrivare in piazza del Popolo, attraversa via Nazionale e transita sotto l'albergo PATRIA. A proposito, se mai vi imbattete in una di quelle discussioni 'destra e sinistra sono uguali ', ho una nuova risposta: i Casapound corrono. Ai cortei dei movimenti si procede con andatura irregolare, lentamente, con almeno un camion che spara il Caro vecchio Joe Strummer, il caratteristico odore acre del fumo; qui si procede a passo spedito, tutti rigorosamente in silenzio, le bandiere alzate verso il cielo. Dall'Esquilino a Villa Borghese in un quarto d'ora, con passo marziale, in un'atmosfera vagamente funerea. I ragazzi che abitualmente sciamano in roller sul Pincio si siedono ai lati del parco, mentre i Casapound issano due gigantografie con i marò, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, RIPRENDIAMOCI I NOSTRI SOLDATI. Il ritrattone di Latorre casca un paio di volte, l'asta non regge il peso, sono costretti a sistemarlo un paio di volte: una piccola incrinatura nell'organizzazione militaresca. In piazza del Popolo sventolano i simboli verdi della Lega. I leghisti veneti sciamano nei bar ai lati della piazza domandando già a metà pomeriggio una grappa o un vinello. Gli amanti delle bandiere avrebbero avuto pane per i loro denti. I Casapound hanno il tricolore e il loro vessillo con testuggine su sfondo nero. Ci sono le bandiere della Russia, alcune con aquila, altre senza. Ci sono foto di Putin. Le bandiere con il Leone di San Marco. Il vecchio stemma della Lega con Alberto da Giussano. Uno striscione di quelli della 'Razza Piave '. Confesso la mia ignoranza a un signore con bandiera a strisce orizzontali rosso-bianco-rosse, tipo-quella-dell'Austria-ma-non-è-quella. 'È la bandiera del Granducato di Toscana. La seconda, per la precisione, dopo Napoleone. Ma non è colpa sua, non possiamo mica essere tutti esperti di araldica '. Poi, 'ma questo è folklore ', ci sono le croci celtiche, e una foto del Duce. Che sarebbe stata una giornata complessivamente straniante l'avevo capito la notte prima, quando ho sentito pronunciare nel programma di Marzullo il nome di Thomas Pynchon. Dalla piazza: grandi booooo alla sola parola 'musulmano ' pronunciata sul palco, diversi vaffanculo a Renzi e Alfano. Molti militanti hanno in testa l'elmo vichingo o giù di lì, quello con le corna. È il turno del presidente del Sindacato autonomo di polizia, Gianni Tonelli: è suo l'intervento più truculento, tra le grida di Giorgia Meloni e il tono più soft del presidente del Veneto. Infine, tocca a Salvini (4 BARBONI CON 4 PETARDI VOLEVANO QUESTA PIAZZA VUOTA; ANDASSERO A LAVORARE!!! - NON ESISTE ECCESSO DI LEGITTIMA DIFESA!!! LO CAPIREBBE ANCHE UN RAGAZZINO!). È il segnale, la cancellata di via Napoleone III si può smontare, in attesa di un nuovo periodo d'infelicità. © RIPRODUZIONE RISERVATA 25 FEBBRAIO 2015
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