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PETIZIONE "A DIFESA DELLA QUALITÀ E DELLA LIBERTÀ D'INSEGNAMENTO"




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Al Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara

Al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

 

A difesa della qualità e della libertà d’insegnamento

 

Una politica scolastica di carattere sempre più regressivo è in atto nel nostro paese da ormai trent’anni, e sembra dover proseguire in modo ancora più estremo. Governi di differente orientamento politico, ma in piena sintonia con il progetto di destrutturazione di una scuola di qualità finalizzata alla formazione culturale degli studenti, continuano, provvedimento dopo provvedimento, nello sforzo di eliminare le resistenze dei docenti migliori, che ancora combattono a sostegno della cultura, della qualità del loro insegnamento e di quello che la scuola per diritto dovrebbe essere e che da tempo, nei fatti, in larga misura non è più.

Continua peraltro la pressione sui docenti, che non si sono ancora arresi a un modello di scuola sempre più impostata, da una parte, secondo un modello organizzativo interno di carattere aziendalistico, totalmente estraneo a quelli che dovrebbero essere i suoi obiettivi culturali e civili, così come sanciti dalla Costituzione repubblicana; dall’altra, sempre più simile a una struttura terapeutica velleitaria e fallimentare piuttosto che a un’istituzione con finalità di formazione culturale e civile. Tale pressione è progressivamente aumentata, con una serie di norme volte a limitare la libertà d’insegnamento e a dissolvere l’alto profilo professionale del docente come esperto di una disciplina, in una funzione impiegatizia di “operatore” o “facilitatore”, come recitano molti documenti ministeriali.

Lungo questa direzione si collocano una bozza relativa alla nuova organizzazione dei concorsi per futuri docenti e il DPR del 13 giugno 2023, n. 81.

Le Disposizioni in materia di reclutamento del personale scolastico e acceleratorie dei concorsi PNRR prevederanno infatti una prova scritta, per accedere agli orali, totalmente non disciplinare, «con più quesiti a risposta multipla volta all’accertamento delle conoscenze e competenze del candidato in ambito pedagogico, psicopedagogico e didattico-metodologico, nonché sull’informatica e sulla lingua inglese». Un filtro, dunque, con le solite sminuenti modalità dei quiz, per impedire l’accesso alla funzione docente a chi non si sia adeguato al pensiero pedagogico unico ministeriale, che autopresuppone una propria inesistente scientificità, non suffragata da nulla al di fuori dell’arroganza e dell’autoreferenzialità di chi la sostiene. Come più volte notato in questi anni, il linguaggio tecnocratico del pedagogismo oggi egemone non è altro che un assemblaggio retorico di concetti, di varia provenienza, volti per lo più a impressionare l’interlocutore poco esperto, anche per il corrivo e superficiale uso di anglicismi; come se questo fosse in grado di dare credibilità a un apparato teorico di evidente inconsistenza epistemologica e decisamente banale in merito ai contenuti che vorrebbe sostenere. Un approccio fatto oggetto di critiche durissime e largamente argomentate da parte dei docenti più consapevoli e dal più qualificato mondo culturale e scientifico, con le quali i sedicenti esperti non vogliono e non sanno confrontarsi e che liquidano con giudizi politici di arretratezza, che definire superficiali, infondati e privi di onestà intellettuale è un generoso eufemismo.

A questo tentativo di selezionare solo docenti allineati con il pensiero pedagogico unico, si aggiunge un attacco maldestro alla stessa libertà d’espressione dei dipendenti pubblici e, per quanto ci concerne, dei docenti. Il DPR 13 giugno 2023, n. 81, relativo al «Codice di comportamento dei dipendenti pubblici», all’art. 11-ter, comma 2, recita che «In ogni caso il dipendente [pubblico] è tenuto ad astenersi da qualsiasi intervento o commento che possa nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione di appartenenza o della pubblica amministrazione in generale». Una norma agghiacciante, in pieno contrasto con la libertà d’opinione e d’espressione tipica di uno stato democratico e sancita dalla nostra Costituzione: finalizzata a ridurre al silenzio chi sta combattendo da decenni una battaglia di civiltà, difesa e rilancio della centralità della cultura nella scuola e nell’università. Un tentativo di negazione autoritaria delle libertà inalienabili del cittadino che giustamente alcuni rappresentanti sindacali hanno subito individuato come anticostituzionale.

Invitiamo pertanto con la massima determinazione – per il bene dei nostri studenti e della società italiana tutta – i soggetti governativi a cui afferiscono queste decisioni a modificare immediatamente la bozza relativa alle nuove modalità di reclutamento dei docenti, evitando qualsiasi filtro di tipo ideologico e dando nelle prove concorsuali la giusta centralità alle conoscenze disciplinari. Invitiamo altrettanto risolutamente a rispettare le norme fondamentali della Costituzione e dei suoi principi democratici e a ritirare di conseguenza qualsiasi norma volta a limitare la libertà d’espressione dei dipendenti pubblici.

Petizione lanciata da Manifesto Scuola

È possibile firmare il documento QUI

 

 

Primi firmatari

Anna Angelucci (docente, saggista, associazione nazionale “Per la Scuola della Repubblica)

Sergio Arangino (docente scuola secondaria superiore)

Alessandro Barbero (Università del Piemonte orientale)

Piero Bevilacqua (storico, già Università la Sapienza, Roma)

Alberto G. Biuso (filosofo, Università di Catania)

Emiliano Brancaccio (economista, Università del Sannio)

Federico M. Butera (ingegnere, già Politecnico di Milano)

Ferruccio Capelli (direttore Casa della Cultura di Milano)

Giovanni Carosotti (docente scuola secondaria superiore)

Sergio Colella (già dirigente scolastico presso il Consolato d’Italia a Montevideo, con estensione di funzione in Cile e in Venezuela)

Mino Conte (filosofo dell’educazione, Università di Padova)

Domenico De Masi (sociologo, già Università La Sapienza di Roma)

Maurizio Di bella (docente scuola secondaria superiore)

Paolo Favilli (storico, Università di Genova)

Luigi Ferrajoli (giurista, già Università Roma Tre)

Giulio Ferroni (storico della letteratura, già Università la Sapienza, Roma)

Ernesto Galli della Loggia (storico, già Università Vita e Salute San Raffaele)

Benedino Gemelli (docente di Latino e Greco presso il Liceo di Bellinzona; curatore Edizione Nazionale delle Opere di Antonio Vallisneri)

Dario Generali (Istituto per la storia del pensiero filosofico e scientifico moderno - CNR – Coordinatore scientifico dell’Edizione Nazionale delle Opere di Antonio Vallisneri)

Carlo Ginzburg (storico, già Scuola Normale Superiore di Pisa)

Franca Gusmini (docente, saggista)

Walter Lapini (storico della letteratura greca, Università di Genova)

Vincenzo Lavenia (storico, Università di Bologna)

Enrica Lisciani Petrini (filosofa, Università di Salerno)

Francesco Luzzini (storico della scienza, Università Ca’ Foscari di Venezia; Edizione Nazionale delle Opere di Antonio Vallisneri)

Paolo Maddalena (magistrato e giurista)

Luca Malgioglio (docente scuola secondaria superiore))

Dacia Maraini (scrittrice)

Laura Marchetti (antropologa, Università di Foggia)

Edoardo Massimilla, filosofo, Università Federico II, Napoli)

Davide Miccione (filosofo, saggista)

Ana Millan Gasca (storica della matematica, Università Roma Tre)

Fabio Minazzi (filosofo della scienza, Università dell’Insubria)

Tomaso Montanari (storico dell’arte, Rettore Università per Stranieri di Siena)

Aurelio Musi (storico, già Università di Salerno)

Fabiana Nencini (docente scuola secondaria superiore)

Francesco Pallante (giurista, Università di Torino)

Livio Pepino (magistrato)

Tonino Perna (economista, sociologo)

"Professione docente", Redazione di (Renza Bertuzzi, Giuseppe Candido, Gianluigi Dotti, Gianfranco Meloni, Piero Morpurgo)

Adriano Prosperi (storico, già Scuola Normale Superiore di Pisa)

Renata Puleu (già direttrice didattica, AlaS Associazione Lavoratori Scuola)

Lucio Russo (fisico e storico della scienza, già Università Roma 2)

Stefano Salmeri (Pedagogia generale, Università di Enna)

Battista Sangineto (archeologo, Università della Calabria)

Manuela Sanna (Direttrice dell’Istituto per la storia del pensiero filosofico e scientifico moderno – CNR)

Enzo Scandurra (urbanista, già Università la Sapienza, Roma)

Adolfo Scotto di Luzio (storico della pedagogia, Università di Bergamo)

Salvatore Settis (storico dell’arte, già Scuola Normale Superiore di Pisa)

Andra Tagliapietra (filosofo, Università Vita e Salute San Raffaele)

Tiziano Tussi (docente, giornalista e saggista)

Floriana Vernola (docente scuola secondaria superiore)

Davide Viero (docente scuola primaria)

 


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06 SETTEMBRE 2023