Sulle tracce di Freud e Lacan l'autrice indaga sul masochismo comune, quello che riguarda tutti: inermi alla nascita, sottomessi al linguaggio, in balia delle pulsioni che ci tormentano, abitati da forze oscure che ci conducono al peggio. Freud ha chiamato questa deriva "Al di là del principio di piacere": pulsione di morte e masochismo diventano sinonimi. Lacan ha definito "desiderio" ciò che si contrappone al masochismo e ne ha fatto il cuore del suo insegnamento.
Masochismo e desiderio sono incompatibili - è la tesi centrale del libro - ma il primo si appoggia a una naturale tendenza umana alla passività e alla sottomissione, mentre il desiderio richiede rinuncia, scelta, un'opzione attiva.
Il desiderio è l'unico antidoto efficace al masochismo. Non si alimenta di oggetti, è frugale e il suo motore è puramente soggettivo.
Non tutte le forme di masochismo però sono nocive: se accettiamo di essere difettosi e mancanti, se rinunciamo al nostro spontaneo narcisismo, se ci sottomettiamo alle leggi della parola, possiamo desiderare e amare.
Il libro sfata alcuni luoghi comuni diffusi anche nella letteratura psicoanalitica: che le donne siano masochiste o che l'obiettivo del masochista sia soffrire. Paradossalmente le donne, che talvolta appaiono masochiste, vittime colluse con la prepotenza o la violenza maschile, sono in realtà eroine del desiderio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA 29 NOVEMBRE 2016 |