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DAL TERRITORIO UNA NUOVA DEMOCRAZIA


Commento al libro di Alberto Magnaghi



Pancho Pardi


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Ci sono parole che l’uso quotidiano rende piatte e grigie. Ma nei testi di qualche autore possono balzare agli occhi dei lettori piene di vita e di significati. Una vera metamorfosi che induce l’interlocutore attento a cogliere intensi ampliamenti d’orizzonte. Territorio è il cardine del pensiero di Alberto Magnaghi. Il termine, che nella sua banalità designa un ambito spaziale concreto o astratto, nei suoi testi si carica di tutte le relazioni molteplici con i vari campi del sapere che la geografia classica aveva indicato. Natura e storia prima di tutto. In territorio fluisce la ricca complessità di ambiente, con tutto il necessario corredo di relazioni naturalistiche. Ma su questo si innesta la comprensione dell’enorme, contraddittorio lavorio della presenza umana, che fa, disfa, aggiunge, cancella nella pratica millenaria del popolamento. Migrazioni, insediamento, allevamento, agricoltura, industria, attività minerarie, commercio, linee di comunicazione, arte (qui già Lucrezio aveva posto il culmine dell’azione umana). Il territorio si presenta sempre come l’effetto della dialettica mutevole tra fattori naturali e storici. Perciò il territorio è anche una scena in divenire e la percezione culturale lo rappresenta come paesaggio sensibile. Per questa sua variopinta ricchezza la parola territorio non dobbiamo ascoltarla come se fosse pronunciata dalla voce anodina di un burocrate ma come se risuonasse nel petto di un attore shakespeariano in splendida forma.

Pur con tutto il riguardo nei confronti del passato, il libro di Alberto Magnaghi, Il principio territoriale (Bollati Boringhieri, 2020), è rivolto al futuro. Dà per acquisita la critica all’espansione inarrestabile dell’urbanesimo e considera catastrofe ecologica il sogno dell’urbanizzazione planetaria che mira alla moltiplicazione e alla dilatazione senza fine delle megalopoli stipate da decine di milioni di abitanti. Dove il dominio crescente della comunicazione immateriale ultraveloce toglie rilievo alle infinite, positive diversità dello spazio fisico. Le megalopoli e le loro reti fanno astrazione dall’ordito naturale dell’ambiente e annichiliscono la trama dell’insediamento storico. Il senso dei luoghi si smarrisce. La costruzione storica del territorio viene vanificata e resa irriconoscibile.

A questo esodo dal possesso conoscitivo dei luoghi alla dispersione nell’iperspazio digitale Magnaghi oppone la prospettiva “umanistica” del controesodo verso la coscienza dei luoghi. Gli abitanti consapevoli possono ridiventare protagonisti nella gestione del patrimonio territoriale, supremo bene comune sottratto agli invisibili poteri impersonali dell’irrazionalità economica. Il progetto va fondato sulla sapienza ecologica. Siamo costretti a non danneggiare e a conservare la natura, che potrebbe benissimo fare a meno di noi, ultimi arrivati sulla scena terrestre. Al contrario, noi possiamo prosperare solo proteggendo la natura nella sua disposizione benigna.

Il contrasto è netto. Al dominio astratto esercitato sulle reti di megalopoli l’autore contrappone l’autodeterminazione delle comunità locali, attive nella cura dei territori, riscoperti nelle loro qualità originali, sempre diverse e quindi utili a essere integrate in relazioni reciproche. Il concetto di bioregione vuole esprimere la necessità di un cammino “coevolutivo” tra varietà dei quadri ecologici e comunità consapevoli. Così costruito il principio territoriale non vuole essere ridotto a una prospettiva utopica. Rivendica invece la sua attitudine realistica. Resta aperto il tema delle forze soggettive capaci di iniziare e condurre il cammino. Ma secondo l’autore sono già iniziati i primi passi di una nuova, incisiva democrazia esercitata nell’autogoverno comunitario.

Pancho Pardi

 

 

 

N.d.C. – Francesco Pardi (detto Pancho), già professore associato di Urbanistica e Pianificazione del territorio all’Università di Firenze, è stato senatore della Repubblica Italiana nella XVI legislatura. Collabora con “MicroMega”.

Tra i suoi scritti: Orogenesi e morfologia, l'interpretazione geologica dell'Appennino, in Claudio Greppi (a cura di), Paesaggi dell'Appenino toscano (Marsilio, 1990); L'Appennino sommerso, l'interpretazione geologica delle colline, in Claudio Greppi (a cura di), Paesaggi delle colline toscane, (Marsilio, 1991); Trasgressioni e regressioni, i lineamenti evolutivi della costa toscana, in Claudio Greppi (a cura di), Paesaggi della costa toscana (Marsilio, 1993); Il Chianti. Quadro geografico e paesaggio storico, in Paolo Baldeschi (a cura di) Il Chianti fiorentino, un progetto per la tutela del paesaggio (Laterza, 2000); L'osservazione geomorfologica del paesaggio, in Alberto Magnaghi (a cura di), Rappresentare i luoghi. Metodi e tecniche (Alinea, 2001); Le trasformazioni del paesaggio storico nelle colline toscane, in Simone Neri Serneri (a cura di), Storia del territorio e storia dell'ambiente (Franco Angeli, 2002); La spina nel fianco, i movimenti e l'anomalia italiana (Garzanti, 2004); Che disgrazia l'ingegno! (Maschietto, 2016).

Sul libro oggetto di questo commento, v. anche: Giuseppe Dematteis, Il territorio tra coscienza di luogo e di classe (5 febbraio 2021); Giancarlo Consonni, La coscienza di luogo necessaria per abitare (12 marzo 2021); Renzo Riboldazzi, Fare politica con l’urbanistica (e viceversa) (14 maggio 2021).

N.B. I grassetti nel testo sono nostri

R.R.

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA

30 LUGLIO 2021

CITTÀ BENE COMUNE

Ambito di riflessione e dibattito sulla città, il territorio, l'ambiente, il paesaggio e le relative culture progettuali

ideato e diretto da
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in redazione:
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cittabenecomune@casadellacultura.it

iniziativa sostenuta da:
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Le conferenze

2017: Salvatore Settis
locandina/presentazione
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2018: Cesare de Seta
locandina/presentazione
sintesi video/testo integrale

2019: G. Pasqui | C. Sini
locandina/presentazione
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Gli incontri

- cultura urbanistica:
2021: programma/1,2,3,4
 
- cultura paesaggistica:

 

 

Gli autoritratti

2017: Edoardo Salzano
2018: Silvano Tintori
2019: Alberto Magnaghi

 

 

Le letture

2015: online/pubblicazione
2016: online/pubblicazione
2017: online/pubblicazione
2018: online/pubblicazione
2019: online/pubblicazione
2020: online/pubblicazione
2021:

S. Moroni, Oltre la retorica dell’attivismo civico, commento a: C. Pacchi, Iniziative dal basso e trasformazioni urbane. L’attivismo civico di fronte alle dinamiche di governance locale (Bruno Mondadori, 2020)

S. Brenna, È questa l’urbanistica che vogliamo?, Commento a: P. Berdini, Lo stadio degli inganni. Storia del più grande scandalo urbanistico della Roma contemporanea (DeriveApprodi, 2020)

C. Petrognani e A. P. Oro, Paesaggi della pluralità, commento a: E. Trusiani, L. Salomão Piccinini, P. Pohlmann, A. C. Scheibe (a cura di), Paisagem cultural do Rio Grande do Sul: um tema em debate, supplemento al n. 24/2021

C. Diamantini, La città nella tela del ragno, commento a: R. Keeton, M. Provost, To Built a City in Africa (nai010 publishers, 2019)

L. Carbonara, Riappropriarsi delle origini (di Mogadiscio), commento al catalogo della mostra curata da K. M. Abdulkadir, G. Restaino, M. Spina

E. Scandurra, Roma, e se non capitasse niente?, Commento a: W. Tocci, Roma come se (Donzelli, 2020)

G. Demuro, Custodire la bellezza insieme, commento a: G. Arena, I custodi della bellezza (Touring Club Italiano, 2020)

A. Casaglia, L'invenzione (e l'illusione) dei confini, commento a: L. Gaeta e A. Buoli (a cura di), Transdisciplinary Views on Boundaries (Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, 2020)

R. Pugliese, Comporre nuove urbanità, commento a: A. De Rossi (a cura di), Riabitare l'Italia. Le aree interne tra abbandoni e riconquiste (Donzelli, 2018)

L. Bonesio, Dall'uso-consumo all'uso-cura del mondo, commento a: O. Marzocca, Il mondo comune (Manifestolibri, 2019)

G. Amendola, La città è fatta di domande, commento a: A. Mazzette e S. Mugnano (a cura di), Il ruolo della cultura nel governo del territorio (FrancoAngeli 2020)

C. Bianchetti, Incoraggiare rotture e nuovi germogli, commento a: Camillo Boano, Progetto Minore (LetteraVentidue, 2020)

M. Balbo, La città pensante, commento a: A. Amin, N. Thrift, Vedere come una città (Mimesis, 2020)

G. Pasqui, La ricerca è l'uso che se ne fa, commento a: P. L. Crosta, C. Bianchetti, Conversazioni sulla ricerca (Donzelli)

R.R., L'Urbanistica italiana si racconta, introduzione al video: E. Bertani (a cura di), Autoritratto di Alberto Magnaghi (Casa della Cultura 2020)

S.Saccomani, La casa: vecchie questioni, nuove domande, commento a: M. Filandri, M. Olagnero, G. Semi, Casa dolce casa? (il Mulino, 2020)

G. Semi, Coraggio e follia per il dopo covid, commento a: G. Nuvolati, S. Spanu (a cura di), Manifesto dei Sociologi e delle Sociologhe dell’Ambiente e del Territorio sulle Città e le Aree Naturali del dopo Covid-19, (Ledizioni, 2020)

R. Riboldazzi, Per una critica urbanistica, introduzione a: Città Bene Comune 2019 (Ed. Casa della Cultura, 2020)

M. Venturi Ferriolo, Contemplare l'antico per scorgere il futuro, commento a: R. Milani, Albe di un nuovo sentire (il Mulino, 2020)

S. Tagliagambe, L'urbanistica come questione del sapere, commento a: C. Sini, G. Pasqui, Perché gli alberi non rispondono (Jaca Book, 2020)

G. Consonni, La coscienza di luogo necessaria per abitare, commento a: A. Magnaghi, Il principio territoriale (Bollati Boringhieri, 2020)

E. Scandurra, Nel passato c'è il futuro di borghi e comunità, commento a: G. Attili – Civita. Senza aggettivi e senza altre specificazioni (Quodlibet, 2020)

R. Pavia, Roma, Flaminio: ripensare i progetti strategici, commento a: P. O. Ostili (a cura di), Flaminio Distretto Culturale di Roma (Quodlibet, 2020)

C. Olmo, La diversità come statuto di una società, commento a: G. Scavuzzo, Il parco della guarigione infinita (LetteraVentidue, 2020)

F. Indovina, Post-pandemia? Il futuro è ancora nelle città, commento a: G. Amendola (a cura di), L’immaginario e le epidemie (Mario Adda Ed., 2020)

G. Dematteis, Il territorio tra coscienza di luogo e di classe, commento a: A. Magnaghi, Il principio territoriale (Bollati Boringhieri, 2020)

M. Ruzzenenti, Una nuova cultura per il bene comune, commento a: G. Nuvolati, S. Spanu (a cura di), Manifesto dei sociologi e delle sociologhe dell’ambiente e del territorio sulle città e le aree naturali del dopo Covid-19 (Ledizioni, 2020)

F. Forte, Una legge per la (ri)costruzione dell'Italia, commento a: M. Zoppi, C. Carbone, La lunga vita della legge urbanistica del '42 (didapress, 2018)

F. Erbani, Casa e urbanità, elementi del diritto alla città, commento a: G. Consonni, Carta dell’habitat (La Vita Felice, 2019)

P. Pileri, Il consumo critico salva territori e paesaggi, commento a, A. di Gennaro, Ultime notizie dalla terra (Ediesse, 2018)

 

 

 

 

 

 

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