Federico Camerin  
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L'URBANISTICA CONTRATTATA FA BENE ALLA RENDITA


Commento al libro di Paolo Berdini



Federico Camerin


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Lo stadio degli inganni. Storia del più grande scandalo urbanistico della Roma contemporanea di Paolo Berdini (DeriveApprodi, 2020) è un dettagliato resoconto di uno degli ultimi fatti di significativa entità dell’urbanistica della capitale che conferma la stretta relazione tra le dinamiche della cosiddetta “urbanistica contrattata” e le scie della «pandemia del pensiero neoliberista» (p. 135). Berdini – ex assessore all’Urbanistica e ai Lavori Pubblici della giunta Raggi – analizza minuziosamente la vicenda relativa al nuovo stadio della società calcistica AS Roma inquadrandola in una traiettoria di lungo periodo che purtroppo non smentisce trent’anni di malgoverno del territorio romano. Ciò che emerge chiaramente sono i limiti di un modo di praticare l’urbanistica fondato non tanto su un’idea di città come bene comune – e dunque su un progetto condiviso e di ampio respiro sul destino della città e del territorio pensato nell’interesse dei cittadini – quanto su accordi tra proprietà fondiaria, operatori economici e amministrazione pubblica dove quest'ultima si trova in una oggettiva condizione di debolezza politica e culturale. Secondo Berdini emergerebbe perfino una sorta di consuetudine delle amministrazioni locali romane ad assecondare i desiderata degli attori privati che, evidentemente, mirano sistematicamente a ottenere maggiori cubature oltre che destinazioni d’uso redditizie indipendentemente dalle necessità dei contesti.

Colpisce quanto negli anni l’idea di pubblico interesse abbia assunto sembianze che lasciano quanto meno perplessi. In questo caso è il Comune di Roma – ma si potrebbero citare decine di esempi – che considera tale un progetto che, certo, è relativo alla costruzione di uno stadio di calcio – e dunque un’opera che tradizionalmente è pubblica e di interesse pubblico – senza tuttavia distinguerla da tutto ciò che lo stesso progetto contiene: in primis un “Business Park” che occuperebbe la maggior parte dell’area interessata, oltre tutto – osserva Berdini – con una ubicazione sfavorevole da vari punti di vista. Quella di Tor di Valle (zona XXXIX), nella periferia sud-ovest della capitale, dove è prevista la realizzazione dell’opera è infatti un’area golenale a rilevante pericolosità idraulica. Qui, attualmente, ha sede un ippodromo abbandonato confinante con il più grande depuratore di liquami della città. Non ultimo, l’area è di difficile accesso perché raggiungibile sostanzialmente solo dalla via del Mare, una delle arterie più trafficate della capitale perché di collegamento con il litorale, e – come dimostra il tasso di incidentalità – caratterizzata anche da precarie condizioni di sicurezza (1).

Sostanzialmente in questo sta – secondo Paolo Berdini – lo “scandalo urbanistico”: ovvero, nella dichiarazione di interesse pubblico per un intervento che in gran parte non ha nulla a che vedere con gli interessi della collettività e, per di più, su un’area inappropriata per ospitarlo. Questo – scrive – mentre la «città sprofonda nel degrado» e il Comune ha accumulato una quantità di debiti tale – si parla di 13 miliardi e 500 milioni di euro (p. 15) – da rendere improbabile la capacità/possibilità di realizzare le opere di urbanizzazione necessarie – come sostenuto anche in alcune analisi e valutazioni effettuate da vari enti pubblici (2) – per rendere fruibile l’area. Il tutto, in estrema sintesi, per fini sostanzialmente speculativi.

Il libro fornisce ad esperti e non esperti in materia di governo del territorio gli strumenti per comprendere tutti i controsensi dell’operazione che l’Autore stesso, sin da quando era assessore, aveva palesato in varie sedi istituzionali (e non) e che furono determinanti nel provocare le sue dimissioni (3). Tuttavia, a parte il caso specifico, il libro è importante anche per comprendere in termini più ampi i meccanismi di generazione e valorizzazione di patrimoni economici attraverso la speculazione immobiliare e persino quanto questo, oltre che in forme assolutamente legali, sia sfruttato anche dalle organizzazioni criminali (tangenti, ripulitura di denaro “sporco”, ecc.). Non a caso Berdini si richiama a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (p. 120) e al loro metodo d’indagine sul sistema tangentizio che in molti casi in Italia ha connotato la realizzazione delle opere pubbliche (4).

Secondo l’Autore, la condizione di base per la realizzazione dello stadio di Tor di Valle è stata garantita dall’opportunità di incre­mentare il valore dell’area stessa attraverso l’estrapolazione della rendita immobiliare moltiplicata dalla cosiddetta “urbanistica contrattata”. Quella stessa rendita che architetti, urbanisti, intellettuali ed esponenti dell’ambientalismo richiamati nel libro – tra questi spiccano Italo Insolera (5) e Antonio Cederna – hanno denunciato e contrastato perché premessa alla distruzione dei paesaggi urbani e rurali e al tempo stesso generatrice di malaffare.

Per concludere, leggendo il libro di Paolo Berdini non si può non convergere sul termine “scandalo” utilizzato nel sottotitolo. Questo è nel merito della vicenda e, più in generale, nel fatto che a Roma come altrove si sta praticando un’urbanistica che, di fatto, mina il diritto alla città (e dunque alla casa e a servizi di base accessibili a tutti) di fasce sempre più ampie di popolazione. Molte amministrazioni locali hanno infatti virato su un modello di crescita immobiliare di determinate parti strategiche del territorio urbano attraverso una sistematica finanziarizzazione degli interventi e la (s)vendita del patrimonio immobiliare pubblico, lasciandone altre – generalmente le periferie e con esse i loro abitanti – in attesa perenne di un futuro migliore.

Federico Camerin

 

 

Note

1) https://www.adnkronos.com/buche-e-infrazioni-via-del-mare-13esima-strada-piu-pericolosa-del-lazio_6UMJj1J9lKa44fCr0gw7Ib

2) L’Autore cita uno studio del Politecnico di Torino del 2019 (pp. 114-117) da cui emerge chiaramente uno stato di fatto insufficiente dal punto di vista delle infrastrutture per mobilità. Tale situazione potrebbe essere risolta solo con ingenti investimenti pubblici volti a potenziare un nuovo sistema di mobilità su ruota e su ferro. L’ubicazione dello stadio in altri settori urbani, invece, sarebbe stata più consona in termini di riduzione delle spese oltre che di consumo di suolo e risorse ambientali.

Nonostante uno studio della facoltà di Economia della Sapienza di Roma del 2016 abbia messo in luce ricadute economiche di grande importanza derivanti dalla realizzazione dello stadio (stimate in circa 142 milioni di entrate fiscali), gli investimenti per la mobilità privata e su ferro ammonterebbero rispettivamente a 170 e 211 milioni di euro da mettere sul conto delle già esangui casse del Comune di Roma (pp. 103-106).

Infine, va considerata la cementificazione di un’area praticamente verde: il 19% dell’area sarebbe destinata all’edificazione vera e propria, 30 ettari per parcheggi e 20 ettari per realizzare strade, raccordi e vincoli.

3) L’incarico di assessore ricoperto da Paolo Berdini durò dal luglio 2016 al febbraio 2017. Le dimissioni furono provocate dal fatto che, secondo Berdini, la giunta stava operando in contraddizione con il programma elettorale del partito di maggioranza, il Movimento 5 Stelle, che da una netta opposizione all’opera era passata all’idea di “uno stadio fatto bene” (https://twitter.com/hashtag/UnoStadioFattoBene?src=hashtag_click).

4) L’area di Tor di Valle aveva sulla base del Prg di Roma del 2008 un valore definito basato sul fatto che su quell’area si potevano realizzare impianti sportivi con una cubatura stabilita dalle regole urbanistiche: oltre all’ippodromo esistente, progettato negli anni Sessanta dall’architetto Julio Lafuente, il piano consentiva la realizzazione i 300.000 metri cubi di edifici destinati ad attività sportive di vario tipo. L’area viene acquistata nel 2013 al costo di 42 milioni di euro. Con il semplice passaggio di mano a una società in grado di occuparsi di valorizzazioni immobiliari, il valore dell’area raddoppia, raggiungendo la cifra di 100 milioni di Euro.

5) Sugli stessi temi, Berdini ha collaborato con Italo Insolera alla stesura del suo libro: Roma moderna. Da Napoleone I al XXI secolo (Einaudi, 2011).

 

 

N. d. C. - Federico Camerin, dottore in pianificazione urbana nel 2014, ha conseguito nel 2020 il doppio titolo di dottore di ricerca nell’ambito dell'European Joint Doctorate “urbanHist” presso le Università UVA di Valladolid e BUW Bauhaus-Universität Weimar. Attualmente assegnista di ricerca post-doct presso l’Università Iuav di Venezia (2021-22), ha insegnato nella stessa università e presso la Fakultät Architektur und Urbanistik di Weimar (2018). Ha inoltre svolto seminari didattici e conferenze presso università, associazioni e enti pubblici in Germania, Italia, Messico, Repubblica Ceca e Spagna.

Tra i suoi libri: Asuntos y debates en torno a las instalaciones militares en abandono. una reseña en perspectiva internacional (Maggioli, 2021); con F. Gastaldi: Aree militari dismesse e rigenerazione urbana. Potenzialità di valorizzazione del territorio, innovazioni legislative e di processo (LetteraVentidue, 2019).

Per Città Bene Comune ha scritto: La città tra mercato e gentrificazione (22 novembre 2019); La città è davvero al tramonto? (4 dicembre 2020).

Sullo stesso libro oggetto di questo commento, v. anche: Sergio Brenna, È questa l’urbanistica che vogliamo? (30 luglio 2021).

N.B. I grassetti nel testo sono nostri

R.R.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

04 NOVEMBRE 2021

CITTÀ BENE COMUNE

Ambito di riflessione e dibattito sulla città, il territorio, l'ambiente, il paesaggio e le relative culture progettuali

ideato e diretto da
Renzo Riboldazzi

prodotto dalla Casa della Cultura e dal Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano

in redazione:
Elena Bertani
Luca Bottini
Oriana Codispoti
Filippo Maria Giordano
Federica Pieri

cittabenecomune@casadellacultura.it

iniziativa sostenuta da:
DASTU - Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano
 

 

 

Le conferenze

2017: Salvatore Settis
locandina/presentazione
sintesi video/testo integrale

2018: Cesare de Seta
locandina/presentazione
sintesi video/testo integrale

2019: G. Pasqui | C. Sini
locandina/presentazione
sintesi video/testo integrale

 

 

Gli incontri

- cultura urbanistica:
2021: programma/1,2,3,4
 
- cultura paesaggistica:

 

 

Gli autoritratti

2017: Edoardo Salzano
2018: Silvano Tintori
2019: Alberto Magnaghi

 

 

Le letture

2015: online/pubblicazione
2016: online/pubblicazione
2017: online/pubblicazione
2018: online/pubblicazione
2019: online/pubblicazione
2020: online/pubblicazione
2021:

P. Castoro, Biopolitica e mondo comune, commento a: O. Marzocca, Biopolitics for Beginners (Mimesis Int., 2020)

C. Olmo, Biografia (e morfologia) di una strada, commento a: C. Barioglio, Avenue of the Americas (FrancoAngeli, 2021)

A. Calafati, Il declino di Torino: una lezione per la città, commento a: A. Bagnasco, G. Berta, A. Pichierri, Chi ha fermato Torino? (Einaudi, 2020)

A. Bonomi, Quali politiche per la città di oggi?, commento a: C. Tajani, Città prossime (Guerini, 2021)

L. Marescotti, L'Urbanistica innanzitutto, commento a: C. Sambricio, P. Ramos (a cura di), El urbanismo de la transición (Ayuntamiento de Madrid, 2019)

M. Ruzzenenti, Il territorio dopo il Covid (e prima del PNRR), commento a: A. Marson, A. Tarpino (a cura di), Abitare il territorio al tempo del Covid, “Scienze del territorio”, numero speciale 2020

R. Pavia, Le città di fronte alle sfide ambientali, commento a: Livio Sacchi, Il futuro delle città (La nave di Teseo, 2019)

C.Salone, Oltre i distretti, dentro l'urbano, commento a: C. Mattioli, Mutamenti nei distretti (FrancoAngeli, 2020)

O. Marzocca, L'ambiente dell'uomo e l'indifferenza di Gaia, commento a: A. Magnaghi, Il principio territoriale (Bollati Boringhieri, 2020)

G. Consonni, Il passato come risorsa del progetto, commento a: A. Lanzani, Cultura e progetto del territorio e della città (FrancoAngeli 2020)

F. Indovina, Urbanistica? Bologna docet, commento a: R. Scannavini, Al centro di Bologna, 1965-2015 (Costa Editore, 2020)

S. Brenna, È questa l’urbanistica che vogliamo?, Commento a: P. Berdini, Lo stadio degli inganni (DeriveApprodi, 2020)

S. Moroni, Oltre la retorica dell’attivismo civico, commento a: C. Pacchi, Iniziative dal basso e trasformazioni urbane (Bruno Mondadori, 2020)

P. Pardi, Dal territorio una nuova democrazia, commento a: A. Magnaghi, Il principio territoriale (Bollati Boringhieri, 2020)

L. Carbonara, Riappropriarsi delle origini (di Mogadiscio), commento al catalogo della mostra curata da K. M. Abdulkadir, G. Restaino, M. Spina

C. Diamantini, La città nella tela del ragno, commento a: R. Keeton, M. Provost, To Built a City in Africa (nai010 publishers, 2019)

C. Petrognani e A. P. Oro, Paesaggi della pluralità, commento a: E. Trusiani et al. (a cura di), Paisagem cultural do Rio Grande do Sul, supplemento al n. 24/2021 di “Visioni LatinoAmericane”

E. Scandurra, Roma, e se non capitasse niente?, Commento a: W. Tocci, Roma come se (Donzelli, 2020)

G. Demuro, Custodire la bellezza insieme, commento a: G. Arena, I custodi della bellezza (Touring Club Italiano, 2020)

A. Casaglia, L'invenzione (e l'illusione) dei confini, commento a: L. Gaeta e A. Buoli (a cura di), Transdisciplinary Views on Boundaries (Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, 2020)

R. Pugliese, Comporre nuove urbanità, commento a: A. De Rossi (a cura di), Riabitare l'Italia. Le aree interne tra abbandoni e riconquiste (Donzelli, 2018)

L. Bonesio, Dall'uso-consumo all'uso-cura del mondo, commento a: O. Marzocca, Il mondo comune (Manifestolibri, 2019)

G. Amendola, La città è fatta di domande, commento a: A. Mazzette e S. Mugnano (a cura di), Il ruolo della cultura nel governo del territorio (FrancoAngeli 2020)

C. Bianchetti, Incoraggiare rotture e nuovi germogli, commento a: Camillo Boano, Progetto Minore (LetteraVentidue, 2020)

M. Balbo, La città pensante, commento a: A. Amin, N. Thrift, Vedere come una città (Mimesis, 2020)

G. Pasqui, La ricerca è l'uso che se ne fa, commento a: P. L. Crosta, C. Bianchetti, Conversazioni sulla ricerca (Donzelli)

R.R., L'Urbanistica italiana si racconta, introduzione al video: E. Bertani (a cura di), Autoritratto di Alberto Magnaghi (Casa della Cultura 2020)

S.Saccomani, La casa: vecchie questioni, nuove domande, commento a: M. Filandri, M. Olagnero, G. Semi, Casa dolce casa? (il Mulino, 2020)

G. Semi, Coraggio e follia per il dopo covid, commento a: G. Nuvolati, S. Spanu (a cura di), Manifesto dei Sociologi e delle Sociologhe dell’Ambiente e del Territorio sulle Città e le Aree Naturali del dopo Covid-19, (Ledizioni, 2020)

R. Riboldazzi, Per una critica urbanistica, introduzione a: Città Bene Comune 2019 (Ed. Casa della Cultura, 2020)

M. Venturi Ferriolo, Contemplare l'antico per scorgere il futuro, commento a: R. Milani, Albe di un nuovo sentire (il Mulino, 2020)

S. Tagliagambe, L'urbanistica come questione del sapere, commento a: C. Sini, G. Pasqui, Perché gli alberi non rispondono (Jaca Book, 2020)

G. Consonni, La coscienza di luogo necessaria per abitare, commento a: A. Magnaghi, Il principio territoriale (Bollati Boringhieri, 2020)

E. Scandurra, Nel passato c'è il futuro di borghi e comunità, commento a: G. Attili – Civita. Senza aggettivi e senza altre specificazioni (Quodlibet, 2020)

R. Pavia, Roma, Flaminio: ripensare i progetti strategici, commento a: P. O. Ostili (a cura di), Flaminio Distretto Culturale di Roma (Quodlibet, 2020)

C. Olmo, La diversità come statuto di una società, commento a: G. Scavuzzo, Il parco della guarigione infinita (LetteraVentidue, 2020)

F. Indovina, Post-pandemia? Il futuro è ancora nelle città, commento a: G. Amendola (a cura di), L’immaginario e le epidemie (Mario Adda Ed., 2020)

G. Dematteis, Il territorio tra coscienza di luogo e di classe, commento a: A. Magnaghi, Il principio territoriale (Bollati Boringhieri, 2020)

M. Ruzzenenti, Una nuova cultura per il bene comune, commento a: G. Nuvolati, S. Spanu (a cura di), Manifesto dei sociologi e delle sociologhe dell’ambiente e del territorio sulle città e le aree naturali del dopo Covid-19 (Ledizioni, 2020)

F. Forte, Una legge per la (ri)costruzione dell'Italia, commento a: M. Zoppi, C. Carbone, La lunga vita della legge urbanistica del '42 (didapress, 2018)

F. Erbani, Casa e urbanità, elementi del diritto alla città, commento a: G. Consonni, Carta dell’habitat (La Vita Felice, 2019)

P. Pileri, Il consumo critico salva territori e paesaggi, commento a, A. di Gennaro, Ultime notizie dalla terra (Ediesse, 2018)