Oriana Codispoti  
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GABRIELE PASQUI E CARLO SINI IN DIALOGO


Il futuro della città



Oriana Codispoti


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Mercoledì 11 dicembre, alle ore 18, Gabriele Pasqui e Carlo Sini dialogheranno alla Casa della Cultura di Milano sui temi delle trasformazioni e del futuro della città. L'iniziativa - curata da chi scrive, prodotta in collaborazione con il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano e patrocinata dalla Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori - è parte delle attività di Città Bene Comune, ambito di riflessione e dibattito sulla città, il territorio, il paesaggio e le relative culture progettuali che dal 2013 promuove incontri, articoli, filmati e conferenze con l'intento di favorire la maturazione di una coscienza urbanistica diffusa.

Dopo la conferenza di Salvatore Settis nel 2017 (video/pubblicazione) e quella di Cesare de Seta nel 2018 (video/pubblicazione), entrambe introdotte da Salvatore Veca, quest'anno "Città Bene Comune | Conferenze" sceglie una nuova formula - quella del dialogo, inteso come una speciale opportunità di sperimentare "modalità fertili di lavoro comune tra le discipline" (1) - per proseguire nel proprio intento di sollecitare inedite interpretazioni della realtà urbana e territoriale in cui siamo immersi, tese al contempo a offrire occasioni di riflessione utili a delineare l'orizzonte futuro della città.

La lettura intrecciata di alcuni dei testi di Gabriele Pasqui - professore ordinario di Tecnica e Pianificazione urbanistica al Politecnico di Milano e direttore del Dipartimento Dastu - e Carlo Sini - già professore ordinario di Filosofia Teoretica presso l'Università Statale di Milano e membro dell'Accademia dei Lincei - si traduce, innanzitutto, in un invito a praticare un esercizio riflessivo "sulle nostre stesse pratiche, osservando come queste stiano cambiando e come siano delimitate dal 'potere invisibile' della catena di pratiche, saper fare e saper dire che ci abitano inconsapevolmente" (2). Le loro parole scritte intessono, infatti, un dialogo che ci sollecita a interrogarci sull'idea stessa di conoscenza - ovvero, scrive Sini, quella "pratica innescata dalla distanza e differenza agita e trascritta nella voce e nella scrittura" (3) - e sulle sue modalità di esercizio e produzione. Al contempo, ci inducono a riflettere su quella "comune atmosfera del "sapere"" (4) che caratterizza variamente ciascun tempo storico, dunque anche il nostro, e che è abitata da una potente dimensione relazionale nel suo configurarsi come quella ""vita materiale" […] costituita da […] intrecci di pratiche che sono analizzabili e dicibili solo in altri intrecci di pratiche e mai per se stessi" (5). A fronte di una sempre più comune e diffusa rinuncia a "pensare davvero" (6), ci sentiamo dunque chiamati a misurarci con "un esercizio di saggezza [e] una ricerca della verità" (7), guidati dalla filosofia che "interpretando non si arrende al già interpretato e al non mai interpretato" (8).

La specialità di "guardare l'intero globale della vita umana" (9) propria della filosofia ci offre l'opportunità di osservare con sguardo critico l'incessante processo di compartimentazione e frammentazione dei saperi caratteristico della contemporaneità, espressione altresì di una "unità metodica perduta nel sapere" (10) che si realizza poiché ciascuna disciplina insiste ad attestarsi "sempre più tenacemente sul proprio metodo particolare, che tende di continuo a specializzare e a segmentare in competenze tecniche sempre più specifiche" (11). All'idea di interdisciplinarietà, da intendersi come la tessitura di un intreccio dialogante tra i diversi saperi che si mantengono però staticamente saldi nei propri confini e limiti, le parole di Pasqui e Sini ci suggeriscono allora di contrapporre quella di transdisciplinarietà - il riferimento è qui, in particolare, alle attività di Mechrí - Laboratorio di filosofia e cultura (12) - dove le varie discipline sono invece invitate a lasciarsi attraversare l'una dall'altra, dando così luogo a una nuova interezza dinamica esito della compenetrazione fra differenze. La natura di questo transito riguarda insieme l'oggetto - cioè il sapere nel suo fare operativo, esibendo l'azione messa in pratica quando è esercitata la conoscenza - e il soggetto, che viene "messo in gioco nella sua stessa postura, nel suo modo di abitare le proprie discipline" (13). Si tratta, dunque, di un esercizio della conoscenza in pratica che consente di "interrogarsi riflessivamente sul modo in cui funzionano davvero i saperi in uso [attraverso una] osservazione minuziosa del modo in cui si pensa (e si fa)" (14). Relativamente all'urbanistica, crocevia di saperi diversi, tale esercizio si rivela particolarmente prezioso anche nel richiamarci alla consapevolezza che non si tratta di "conoscere per agire, ma di apprendere nell'azione stessa, facendosi una ragione di quel che si fa - e, dunque, sottolinea Pasqui - non vi è alcuna possibilità di dedurre la città come vorremmo che fosse dalla città com'è" (15).

Abitare e progettare oggi la città - nata per consentire "una vita di comunità che costruisce relazioni feconde, genera sinapsi fertili, produce nuove economie, accelera l'innovazione" (16) - significa confrontarsi con una condizione di "radicale pluralità delle pratiche dell'abitare" (17) che si traduce in luoghi dove la dimensione singolare e fisica tende a prevalere su quella plurale e relazionale e dove, di frequente, "i diversi sono prossimi […] senza condividere nulla […] se non la spartizione dello spazio" (18). Occorre dunque osservare quei "profili che quotidianamente assumono l'individuale e il plurale nella realtà" (19) e misurarsi con il progetto di uno spazio urbano che costituisce l'espressione di questa "con-divisione senza comunione (di valori, appartenenze, radici) […] perché è proprio la città - ricorda Pasqui - il luogo nel quale i paradossi del vivere insieme e del fare insieme assumono la maggiore visibilità" (20).

Un nuovo pensiero del cum - in altre parole, "pensare prima l'essere insieme, la relazione, poi l'individuo" (21) - potrebbe dunque offrire alla disciplina urbanistica molteplici occasioni di riflessione, a partire dal riconoscimento di quella dimensione relazionale fondativa che connota l'intero mondo, nel suo essere - sottolinea Sini - "un evento che accade nelle sue relazioni, visibili e fruibili come tali sempre a partire da relazioni determinate in pratiche specifiche" (22). Una rinnovata dimensione del vivere insieme potrebbe allora essere costruita sul riconoscimento del valore della relazione e, assieme, della virtù del relativo poiché "ciò che diciamo […] da un lato ci descrive; nel contempo segna il nostro distanziarci […] da tutte le altre descrizioni oggi possibili. Distanziandoci ci precisiamo per differenza […] - dunque, continua Sini - l'intero appare come un campo di forze in relazione reciproca" (23). La città, presente e futura, per "l'essere singolare plurale" (24) potrebbe quindi trovare uno dei suoi fondamenti in questa logica del relativo, "nuova monadologia dell'occasione e dell'incontro" (25).

Le parole di Gabriele Pasqui e Carlo Sini che abbiamo messo in dialogo sembrano altresì racchiudere un invito alle generazioni che verranno ad "assumere la pluralità come un valore e non come un inciampo" (26), fondato sulla consapevolezza che nostro compito è "trasmettere loro quello che sappiamo […] nella certezza che sono loro poi che ne faranno qualcosa, noi semplicemente siamo al servizio di questo transito" (27).

Oriana Codispoti

 

 

 

Note:
1) G. Pasqui, La città, i saperi, le pratiche, Donzelli, Roma 2018, p. 126.
2) G. Pasqui, Urbanistica oggi. Piccolo lessico critico, Donzelli, Roma 2017, p. 110.
3) C. Sini, Del viver bene. Filosofia ed economia, Edizioni Unicopli, Milano 2012 [2005], p. 159.
4) C. Sini, Inizio, Jaca Book, Milano 2016, p. 15.
5) Ivi, p. 18.
6) C. Sini, Il metodo e la via, Mimesis, Milano-Udine 2013, p. 24.
7) Controluce, Carlo Sini intervistato da Michele Fazioli, RSI La 2, 2010.
8) C. Sini, Il metodo e la via…, p. 195.
9) In altre parole. Carlo Sini al microfono di Marco Pagani, RSI Rete Due, 23 aprile 2018.
10) C. Sini, Il metodo e la via…, p. 193.
11) Ivi, p. 192.
12) Cfr. Mechrí - Laboratorio di filosofia e cultura, Ritmo, misura, conoscenza. Per una formazione transdisciplinare, incontro a cura di Florinda Cambria, Tommaso Di Dio, Gabriele Pasqui, Carlo Sini, tenutosi il 17 novembre 2018 (www.mechri.it).
13) G. Pasqui, La città…, p. 46.
14) Ivi, p. 128.
15) G. Pasqui, Urbanistica oggi…, p. 29.
16) M. Carta, Nuovi paradigmi per una diversa urbanistica, in www.casadellacultura.it (rubrica Città Bene Comune), 17 gennaio 2019.
17) G. Pasqui, Urbanistica oggi…, p. 13.
18) G. Pasqui, La città…, pp. 3-4.
19) R. Riboldazzi, Gabriele Pasqui a Città Bene Comune 2019. Le ragioni di un incontro, in www.casadellacultura.it (rubrica Città Bene Comune), 24 maggio 2019.
20) G. Pasqui, La città…, p. 24.
21) Ivi, p. 8.
22) C. Sini, Il pensiero delle pratiche. La solidarietà delle pratiche e l'origine dell'autocoscienza (C. Sini, Opere, a cura di F. Cambria, Volume IV, Tomo II), Jaca Book, Milano 2014, p. 7.
23) C. Sini, Da parte a parte. Apologia del relativo, Edizioni ETS, Pisa 2008, pp. 138-139.
24) G. Pasqui, La città…, p. 10.
25) C. Sini, Da parte a parte…, p. 144.
26) G. Pasqui, La città…, p. 117.
27) Controluce, Carlo Sini intervistato da Michele Fazioli, RSI La 2, 2010.

 

 

 

 

N.d.C. - Oriana Codispoti, architetto e dottore di ricerca, svolge attività didattica e di ricerca al Politecnico di Milano.

Tra le sue pubblicazioni: Forma urbana e sostenibilità. L'esperienza degli ecoquartieri europei (LISt Lab, 2018); (a cura di), Salvatore Settis, Politiche della bellezza: Europa, Italia (Edizioni Casa della Cultura, 2018); (a cura di), Cesare de Seta, Le città dalle origini a domani (Edizioni Casa della Cultura, 2019).

Per Città Bene Comune ha curato nel dicembre 2017 la conferenza di Salvatore Settis (video/pubblicazione) e nel dicembre 2018 la conferenza di Cesare de Seta (video/pubblicazione).

N.B. I grassetti nel testo sono nostri.

R.R.

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA

05 DICEMBRE 2019

CITTÀ BENE COMUNE

Ambito di riflessione e dibattito sulla città, il territorio, il paesaggio e la cultura del progetto urbano, paesistico e territoriale

ideato e diretto da
Renzo Riboldazzi

prodotto dalla Casa della Cultura e dal Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano

in redazione:
Elena Bertani
Oriana Codispoti

cittabenecomune@casadellacultura.it

powered by:
DASTU (Facebook) - Dipart. di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano
 

 

 

Le conferenze

2017: Salvatore Settis
locandina/presentazione
sintesi video/testo integrale

2018: Cesare de Seta
locandina/presentazione
sintesi video/testo integrale

2019: G. Pasqui | C. Sini
locandina/presentazione

 

 

Gli incontri

- cultura urbanistica:
 
- cultura paesaggistica:

 

 

Gli autoritratti

2017: Edoardo Salzano
2018: Silvano Tintori

 

 

Le letture

2015: online/pubblicazione
2016: online/pubblicazione
2017: online/pubblicazione
2018: online/pubblicazione
2019:

M. Achili, Rendita: riequilibrare pubblico e privato, commento a: L'urbanista socialista (Marsilio, 2018)

F. Camerin, Le città tra mercato e gentrificazione, commento a: S. Stein, Capital City (Verso Books 2019)

G. Consonni, Le pratiche informali salveranno la città?, commento a: G. Nuvolati, Interstizi della città (Moretti&Vitali, 2019)

L. Bonesio, Emendare i territori intessendo relazioni, commento a: E. Colonna di Paliano et al., [In]tessere legami territoriali (Araba Fenice, 2018)

P. Pilieri, L'ossessione di difendere il suolo, commento a: S. Vinci, Rovina (Einaudi, 2019)

E. Scandurra, Periferie oggi, tra disuguaglianza e creatività, commento a: A. Petrillo, La periferia nuova (FrancoAngeli, 2018)

G. Tonon, Città: il disinteresse dell'urbanistica, commento a: I. Agostini, E. Scandurra, Miserie e splendori dell'urbanistica (DeriveApprodi, 2018)

F. Indovina, Un giardino delle muse per capire la città, commento a: G. Amendola - Sguardi sulla città moderna (Dedalo, 2019)

D. Demetrio, Per un camminar lento, curioso e pensoso, commento a: G. Nuvolati, Interstizi della città (Moretti&Vitali, 2018)

G. Nuvolati, Scoprire l'inatteso negli interstizi della città, commento a: C. Olmo, Città e democrazia (Donzelli, 2018)

P. C. Palermo, Oltre la soglia dell'urbanistica italiana, commento a: P. Gabellini, Le mutazioni dell'urbanistica (Carocci, 2018)

S. Vicari Haddock, Le periferie non sono più quelle di una volta, commento a: A. Petrillo, La periferia nuova (FrancoAngeli, 2018)

G. Consonni, La rivincita del luogo, commento a: F. Erbani, L'Italia che non ci sta (Einaudi, 2019)

D. Patassini, Urbanistica per la città plurale, commento a: G. Pasqui, La città, i saperi, le pratiche (Donzelli, 2018)

C. Cellamare, Roma tra finzione e realtà, commento a: E. Scandurra, Exit Roma (Castelvecchi, 2019)

P. Briata, Con gli immigrati per capire città e società, commento a: B. Proto, Al mercato con Aida (Carocci, 2018)

S. Viviani, Urbanistica: e ora che fare?, Commento a: P. Gabellini, Le mutazioni dell'urbanistica (Carocci, 2018)

C. Tosco, Il giardino tra cultura, etica ed estetica, commento a: M. Venturi Ferriolo, Oltre il giardino (Einaudi, 2019)

L. Padovani, La questione della casa: quali politiche?, commento a: G. Storto, La casa abbandonata (Officina, 2018)

P. Burlando, Strategie per il (premio del) paesaggio, commento a: Paesaggio e trasformazione (FrancoAngeli 2017)

P. Pileri, Suolo: scegliamo di cambiare rotta, Commento a: R. Pavia, Tra suolo e clima (Donzelli 2019)

A. Petrillo, Oltre il confine, commento a: L. Gaeta, La civiltà dei confini (Carocci, 2018)

L. P. Marescotti, Urbanistica e paesaggio: una visione comune, commento a: J. Nogué, Paesaggio, territorio, società civile (Libria, 2017)

F. Bottini, Idee di città sostenibile, Prefazione a: A. Galanti, Città sostenibili (Aracne, 2018)

M. Baioni, Urbanistica per la nuova condizione urbana, commento a: A. Galanti, Città sostenibili (Aracne, 2018)

R. Tadei, Si può comprendere la complessità urbana?, commento a: C. S. Bertuglia, F. Vaio, Il fenomeno urbano e la complessità (Bollati Boringhieri, 2019)

C. Saragosa, Aree interne: da problema a risorsa, commento a. E. Borghi, Piccole Italie (Donzelli, 2017)

R. Pavia, Questo parco s'ha da fare, oggi più che mai, commento a: A. Capuano, F. Toppetti, Roma e l'Appia (Quodlibet, 2017)

M. Talia, Salute e equità sono questioni urbanistiche, commento a: R. D'Onofrio, E. Trusiani (a cura di), Urban Planning for Healthy European Cities (Springer, 2018)

M. d'Alfonso, La fotografia come critica e progetto, commento a: M. A. Crippa e F. Zanzottera, Fotografia per l'architettura del XX secolo in Italia (Silvana Ed., 2017)

A. Villani, È etico solo ciò che viene dal basso?, commento a: R. Sennett, Costruire e abitare. Etica per la città (Feltrinelli, 2018)

P. Pileri, Contrastare il fascismo con l'urbanistica, commento a: M. Murgia, Istruzioni per diventare fascisti (Einaudi, 2018)

M. R. Vittadini, Grandi opere: democrazia alle corde, commento a: (a cura di) R. Cuda, Grandi opere contro democrazia (Edizioni Ambiente, 2017)

M. Balbo, "Politiche" o "pratiche" del quotidiano?, commento a E. Manzini, Politiche del quotidiano (Edizioni di Comunità, 2018)

P. Colarossi, Progettiamo e costruiamo il nostro paesaggio, commento a: V. Cappiello, Attraversare il paesaggio (LIST Lab, 2017)

C. Olmo, Spazio e utopia nel progetto di architettura, commento a: A. De Magistris e A. Scotti (a cura di), Utopiae finis? (Accademia University Press, 2018)

F. Indovina, Che si torni a riflettere sulla rendita, commento a: I. Blečić (a cura di), Lo scandalo urbanistico 50 anni dopo (FrancoAngeli, 2017)

I. Agostini, Spiragli di utopia. Lefebvre e lo spazio rurale, commento a: H. Lefebvre, Spazio e politica (Ombre corte, 2018)

G. Borrelli, Lefebvre e l'equivoco della partecipazione, commento a: H. Lefebvre, Spazio e politica (Ombre corte, 2018); La produzione dello spazio (PGreco, 2018)

M. Carta, Nuovi paradigmi per una diversa urbanistica, commento a: G. Pasqui, Urbanistica oggi (Donzelli, 2017)

G. Pasqui, I confini: pratiche quotidiane e cittadinanza, commento a: L. Gaeta, La civiltà dei confini (Carocci, 2018)

 

 

 

 

 

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