Paolo Pileri  
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LA FINANZA ETICA FA BENE ANCHE ALLE CITTÀ


Sul libro di A. Baranes, U. Biggeri, A. Tracanzan e C. Vago



Paolo Pileri


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Molte volte si è parlato di crisi. Molte serate dedicate a discuterne, a incontrare esperti, a farsi idee su idee. Ma, spesso, tutta questa chiarezza non riusciamo ad afferrarla. Almeno a me capita così. In effetti le cose si sono complicate tantissimo negli ultimi anni. Tra crisi greca, crisi dei subprime, interventi della BCE, il fermo del TTIP, le ragioni del mercato e il salvataggio delle banche com'è possibile farsi una cultura?

È un terreno spinoso quello della finanza. Se una sera finalmente credi di aver capito cos'è un derivato, il giorno dopo tirano fuori lo swap o le conseguenze del MIFID e sei di nuovo daccapo. Allora, come farsi un'idea propria se non si possiede il linguaggio basico del mondo finanziario e soprattutto se nessuno, che non sia di quel mondo, può proporci un punto di vista alternativo? Dove trovare qualcosa con cui allungare la vista oltre la cortina di parole tutte omologate e di cori che cantano all'unisono?

Un aiuto robusto ce lo dà un piccolo libro scritto a otto mani proprio da esperti di finanza, ma non qualsiasi, bensì mani esperte di finanza etica. La qual cosa ci fa subito pensare che, ahinoi, ci sia la finanza non-etica. Anzi - stando a quanto affermano agli autori di Non con i miei soldi! Sussidiario per un'educazione critica alla finanza - Andrea Baranes, Ugo Biggeri, Andrea Tracanzan e Claudia Vago (Altreconomia, 2016) - pare proprio che la finanza "non etica" faccia di gran lunga la parte del leone, là fuori. Una quota così enorme che oramai fa parte del paesaggio e non riusciamo più a distinguere altro. Una potenza che si è presa la libertà di mordere la politica piegandola a molti propri interessi, che ha distorto la funzione essenziale delle banche, che ha alimentato e alimenta una macchina delle bugie fascinosissima che ci propone a gran voce una sola verità: la sua. Una verità che, però, è ben lontano da quella vera, da ciò che tutela il cittadino.

Dunque, se volete rianimare la curiosità per capirci qualcosa e avere un punto di vista diverso, anzi, se volete concedervi almeno l'onestà del dubbio, allora leggete Non con i miei soldi!. È un librino che si legge in due giorni: scrittura piana, parole comuni, concetti che si disvelano in modo progressivo, esempi calzanti, gran capacità di mostrarti che quel che accade interessa anche la tua vita ("di finanza dobbiamo occuparci"). Agli autori non manca l'abilità di disvelarti questioni che eri certo di aver inteso perché sempre te le avevano raccontate così, eppure… Come quella, ad esempio, che la crisi che stiamo vivendo è determinata dai debiti pubblici degli Stati e che l'austerità è l'unica via d'uscita. Questo libro dimostra chiaramente che è la finanza tossica di questi anni - tutt'altro che pubblica bensì tutta privata - ad averci preso e buttato in questo inferno. Furba come una vipera, è poi riuscita a convincere i nostri rappresentanti (e anche noi in fondo) ad adoperarsi per salvarla, chiedendo a noi prestiti e indebitando i nostri Stati sempre più a fondo. Noi, noi Stato, noi lavoratori, noi imprese, noi risparmiatori. Follia. E di follia in follia, eccoci qua, ancora a non aver capito molto del suo modo di fare perché pochi, da dentro, ce lo spiegano, disvelandoci significati e retroscena che sono più vicini alle cose che facciamo di quanto pensiamo.

Non bisogna rassegnarsi, bensì bisogna capire. Capire per non farsi fregare nuovamente, per fare chiarezza, per dire sì agli investimenti giusti ed etici e non a quelli non-etici, per capire che ha più senso impegnarsi a capire come spendere eticamente i soldi che affannarsi a catturare quello o quell'altro finanziamento perché devo ingrassare il bilancio, per non dare i nostri soldi a banche o presunte tali che alimentano la fame nel mondo, le agricolture industriali, il consumo di suolo o, addirittura, la vendita e il commercio delle armi. Anche di questo parla questo libro. Ora, se vogliamo fermare questa crisi che ci fa compagnia dal 2008, prima di tutto dobbiamo capirla, comprendendo bene le sue parole. Come dobbiamo capire in quale gioco siamo finiti. Senza accorgercene molte nostre decisioni - quelle che ognuno di noi prende quotidianamente facendo il proprio mestiere - finiscono per fare il comodo della finanza tossica anche se, puntualmente, ci convincono del contrario. Anche il futuro della città si è ammalorato stando a queste regole che l'hanno sempre più svilita a merce buona per entrare in qualche fondo di investimento, a macchinetta per tenere su le rendite con qualche nuova architettura o a banale piazza d'affari dove comprare e vendere: altrimenti, a che serve la città?

Ogni giorno che passa abbiamo bisogno di antidoti sempre più forti per leggere criticamente quel che accade e per capire meglio i comportamenti di chi decide, che sia un politico, un urbanista, un economista, un imprenditore, un cittadino. Questo libro ha molti antidoti tra le sue pagine. Una buona lettura, che poi rimane sempre il miglior investimento per la nostra crescita, quella culturale che è quella che conta davvero.

Paolo Pileri

 

 

 

N.d.C. - Paolo Pileri è professore ordinario di Tecnica e Pianificazione urbanistica al Politecnico di Milano. È tra gli ideatori e animatori del progetto Vento: una proposta di dorsale cicloturistica tra Venezia e Torino che è stata considerata parte integrante del sistema nazionale della ciclabilità turistica e finanziata con la legge di stabilità 2016. Cura la rubrica "Piano Terra" della rivista "Altreconomia".

Tra i suoi libri: Interpretare l'ambiente: gli indicatori di sostenibilità per il governo del territorio (Alinea, 2002); Compensazione ecologica preventiva. Principi, strumenti e casi (Carocci, 2007); con E. Granata, Amor loci. Suolo, ambiente, cultura civile (Cortina, 2012); con A. Giacomel e D. Giudici, Vento. La rivoluzione leggera a colpi di pedale e paesaggio (Corraini, 2015); Che cosa c'è sotto. Il suolo, i suoi segreti, le ragioni per difenderlo (Altreconomia, 2015 e 2016); con Matilde Casa, Il suolo sopra tutto. Cercasi "terreno comune": dialogo tra un sindaco e un urbanista, pref. di L. Mercalli (Altreconomia, 2017).

Sui libri di Paolo Pileri, v. i commenti di: Renzo Riboldazzi, Suolo: tanti buoni motivi per preservarlo (9 agosto 2015) e di Bernardo De Bernardinis, Per una nuova cultura del suolo (28 ottobre 2016).

Per Città Bene Comune ha scritto: Laudato si': una sfida anche per l'urbanistica, commento all'enciclica di Papa Francesco (2 dicembre 2015) e Se la bellezza delle città ci interpella, commento al libro di Giancarlo Consonni (10 febbraio 2017).

N.B. I grassetti nel testo sono nostri.

R.R.

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA

03 NOVEMBRE 2017

 

CITTÀ BENE COMUNE

Ambito di riflessione e dibattito sulla città, il territorio, il paesaggio e la cultura del progetto urbano, paesistico e territoriale

prodotto dalla Casa della Cultura e dal Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano

ideato e diretto da
Renzo Riboldazzi

in redazione:
Elena Bertani
Oriana Codispoti

cittabenecomune@casadellacultura.it

powered by:
Istituto Naz. di Urbanistica

 

Gli incontri

2013: programma/present.
2014: programma/present.
2015: programma/present.
2016: programma/present.
2017: programma/present.

 

 

Gli autoritratti

2017: Edoardo Salzano

 

 

Le letture

2015: online/pubblicazione
2016: online/pubblicazione
2017:

A. L. Palazzo, La forma dei luoghi nell'età dell'incertezza, commento a: R. Cassetti, La città compatta (Gangemi, 2016)

D. Patassini, Lo spazio urbano tra creatività e conoscenza, commento a: A. Cusinato, A. Philippopoulos-Mihalopoulos (a cura di), Knowledge-creating Milieus in Europe (Springer-Verlag, 2016)

F. Bottini, La città è progressista, il suburbio no, commento a: R. Cuda, D. Di Simine, A. Di Stefano, Anatomia di una grande opera (Ed. Ambiente, 2015)

E. Scandurra, Dall'Emilia il colpo di grazia all'urbanistica, commento a: I. Agostini (a cura di), Consumo di luogo (Pendragon, Bologna)

M. A. Crippa, Uno scatto di "coscienza storica" per le città, commento a: G. Pertot, R. Ramella (a cura di), Milano 1946 (Silvana, 2016)

R. Gini, Progettare il paesaggio periurbano di Milano, recensione di V. Gregotti et al., Parco Agricolo Milano Sud (Maggioli, 2015)

G. Fera, Integrazione e welfare obiettivi di progetto, commento a: L. Caravaggi, C. Imbroglini, Paesaggi socialmente utili (Quodlibet, 2016)

C. Bianchetti, La ricezione è un gioco di specchi, commento a: C. Renzoni, M. C. Tosi (a cura di), Bernardo Secchi. Libri e piani (Officina, 2017)

P. Panza, L'eredità ignorata di Vittorio Ugo, replica al commento di G. Ottolini a: A. Belvedere, Quando costruiamo case... (Officina, 2015)

A. Calafati, Neo.Liberali tra società e comunità, replica al commento di M.Ponti a: G. Becattini, La coscienza dei luoghi (Donzelli, 2015)

M. Ponti, Non-marxista su un dialogo tra marxisti, commento a: G. Becattini, La coscienza dei luoghi (Donzelli, 2015)

G. Semi, Tante case non fanno una città, commento a: E. Garda, M.Magosio, C. Mele, C. Ostorero, Valigie di cartone e case di cemento (Celid, 2015)

M. Aprile, Paesaggio: dal vincolo alla cura condivisa, commento a: G. Ferrara, L'architettura del paesaggio italiano (Marsilio, 2017)

S. Tedesco, La messa in forma dell'immaginario, commento a: A.Torricelli, Palermo interpretata (Lettera Ventidue, 2016)

G. Ottolini, Vittorio Ugo e il discorso dell'architettura, commento a: A. Belvedere, Quando costruiamo case, parliamo, scriviamo. Vittorio Ugo architetto (Officina Edizioni, 2015)

F. Ventura, Antifragilità (e pianificazione) in discussione, commento a: I. Blečić, A. Cecchini, Verso una pianificazione antifragile (FrancoAngeli, 2016)

G. Imbesi, Viaggio interno (e intorno) all'urbanistica, commento a: R. Cassetti, La città compatta (Gangemi, 2016)

D. Demetrio, Una letteratura per la cura del mondo, commento a: S. Iovino, Ecologia letteraria (Ambiente, 2017)

M. Salvati, Il mistero della bellezza delle città, commento: a M. Romano, Le belle città (Utet, 2016)

P. C. Palermo, Vanishing. Alla ricerca del progetto perduto, commento a: C. Bianchetti, Spazi che contano (Donzelli, 2016)

F. Indovina, Pianificazione "antifragile": problema aperto, commento a: I. Blečić, A. Cecchini, Verso una pianificazione antifragile (FrancoAngeli, 2016)

F. Gastaldi, Urbanistica per distretti in crisi, commento a: A. Lanzani, C. Merlini, F. Zanfi (a cura di), Riciclare distretti industriali (Aracne, 2016)

G. Pasqui, Come parlare di urbanistica oggi, commento a: B. Bonfantini, Dentro l'urbanistica (FrancoAngeli, 2017)

G. Nebbia, Per un'economia circolare (e sovversiva?), commento a: E. Bompan, I. N. Brambilla, Che cosa è l'economia circolare (Ambiente, 2016)

E. Scandurra, La strada che parla, commento a: L. Decandia, L. Lutzoni, La strada che parla (FrancoAngeli, 2016)

V. De Lucia, Crisi dell'urbanistica, crisi di civiltà, commento a: G. Consonni, Urbanità e bellezza (Solfanelli, 2016)

P. Barbieri, La forma della città, tra urbs e civitas, commento a: A. Clementi, Forme imminenti (LISt, 2016)

M. Bricocoli, Spazi buoni da pensare, commento a: C. Bianchetti, Spazi che contano (Donzelli, 2016)

S. Tagliagambe, Senso del limite e indisciplina creativa, commento a: I. Blečić, A. Cecchini, Verso una pianificazione antifragile (FrancoAngeli, 2016)

J. Gardella, Disegno urbano: la lezione di Agostino Renna, commento a: R. Capozzi, P. Nunziante, C. Orfeo (a cura di), Agostino Renna. La forma della città (Clean, 2016)

G. Tagliaventi, Il marchio di fabbrica delle città italiane, commento a: F. Isman, Andare per le città ideali (il Mulino, 2016)

L. Colombo, Passato, presente e futuro dei centri storici, commento a: D. Cutolo, S. Pace (a cura di), La scoperta della città antica (Quodlibet, 2016)

F. Mancuso, Il diritto alla bellezza, riflessione a partire dai contributi di A. Villani e L. Meneghetti

F.Oliva, "Roma disfatta": può darsi, ma da prima del 2008, commento a: V. De Lucia, F. Erbani, Roma disfatta (Castelvecchi, 2016)

S.Brenna, Roma, ennesimo caso di fallimento urbanistico, commento a: V. De Lucia e F. Erbani, Roma disfatta (Castelvecchi 2016)

A. Calcagno Maniglio, Bellezza ed economia dei paesaggi costieri, contributo critico sul libro curato da R. Bobbio (Donzelli, 2016)

M. Ponti, Brebemi: soldi pubblici (forse) non dovuti, ma, commento a: R. Cuda, D. Di Simine e A. Di Stefano, Anatomia di una grande opera (Ed. Ambiente, 2015)

F. Ventura, Più che l'etica è la tecnica a dominare le città, commento a: D. Harvey, Il capitalismo contro il diritto alla città (Ombre corte, 2016)

P. Pileri, Se la bellezza delle città ci interpella, commento a: G. Consonni, Urbanità e bellezza (Solfanelli, 2016)

F. Indovina, Quale urbanistica in epoca neo-liberale, commento a: C. Bianchetti, Spazi che contano (Donzelli, 2016)

L. Meneghetti, Discorsi di piazza e di bellezza, riflessione a partire da M. Romano e A. Villani

P. C. Palermo, Non è solo questione di principi, ma di pratiche, commento a: G. Becattini, La coscienza dei luoghi (Donzelli, 2015)

G. Consonni, Museo e paesaggio: un'alleanza da rinsaldare, commento a: A. Emiliani, Il paesaggio italiano (Minerva, 2016)

 

 

I post

L'inscindibile legame tra architettura e città, commento a: A. Ferlenga, Città e Memoria come strumenti del progetto (Marinotti, 2015)

Per una città dell'accoglienza, commento a: I. Agostini, G. Attili, L. Decandia, E. Scandurra, La città e l'accoglienza (manifestolibri, 2017)