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LA CITTÀ È MORTA? IL FUTURO OLTRE LA METROPOLI


Commento al libro curato da A. Balducci, V. Fedeli e F. Curci



Piero Bassetti


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Oltre la metropoli. L'urbanizzazione regionale in Italia - a cura di Alessandro Balducci, Valeria Fedeli e Francesco Curci (Guerini e Associati, 2017) - è un prezioso volume che illustra con estrema ricchezza di dati e di riferimenti concettuali, il lavoro del Progetto di ricerca di interesse nazionale (Prin 2010-2011) "Territori post-metropolitani come forme urbane emergenti: le sfide della sostenibilità, abitabilità e governabilità", finanziato dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, e sviluppato da diverse università italiane, con l'obiettivo di descrivere le trasformazioni dei processi di urbanizzazione in Italia, offrendo una lettura del territorio estremamente innovativa e interessante.

Il libro si apre, non a caso, con l'affermazione provocatoria che "la città è morta" - citando il testo di John Friedmann The Prospect of Cities (University of Minnesota Press, 2002) - e, seppure questa affermazione venga smentita nella prosecuzione della lettura, di fatto denuncia una crisi profonda della concezione della città tradizionalmente intesa. Facendo riferimento alla cultura urbanistica più avanzata (Soja, Brenner, Amin, Thrift) il libro pone in maniera efficace la questione della necessità di andare "oltre" l'immaginario consolidato e riconoscere l'esistenza di nuove forme dell'urbano, che trascendono non solo i confini amministrativi delle città, ma anche quelli metropolitani e quelli regionali. L'emergere di questa spazialità territoriale nuova, post-metropolitana, è ben sintetizzato nel libro laddove si dice che l'urbanizzazione planetaria è "un insieme denso di campi di forze in cui interagiscono continuamente i processi associati all'urbanizzazione concentrata, diffusa e differenziale, in cui non è possibile rintracciare più la contrapposizione di urbano-rurale, interno-esterno".

Il lavoro di ricerca propone quindi una metodologia volta a descrivere come il processo di urbanizzazione sta cambiando la geografia del nostro Paese, attraverso la messa a punto di interessanti strumenti di analisi, dalla realizzazione di un Atlante dei territori post-metropolitani, alla costruzione di ritratti delle principali regioni urbane italiane, attraverso la soluzione dei tasselli (100 km x100 km) e di una mappa dei "corridoi" di urbanizzazione. L'insieme di questi strumenti contribuisce a creare una formidabile mappatura della nuova geografia "urbana" che incombe sul nostro territorio, anche per effetto di fattori macro con i quali dovremo cominciare a fare i conti (si vedano per esempio fenomeni come lo sviluppo della "nuova Via della Seta", o gli effetti dei flussi migratori nel Mediterraneo). Una geografia che, trascendendo gli attuali confini amministrativi e metropolitani, mette in risalto una problematica che non è solo urbanistica o sociologica, ma centralmente politica e cioè, la problematica dell'organizzazione del potere e dei poteri. Se la geografia delle funzioni e del territorio è profondamente mutata, di conseguenza, va ripensata anche la geografia delle strutture di governo. Il territorio, rivelando la scrittura che i poteri stanno facendo su di esso, può essere un grande indicatore di come si sta riorganizzando il potere.

Il mondo glocalizzato ha, infatti, introdotto una profonda trasformazione nell'organizzazione del territorio generando un modello di convivenza che non è più quello delle aree metropolitane tradizionalmente intese, ma è sempre più ispirato dai rapporti tra il territorio e i cosiddetti "drivers" funzionali (mobilità, reti, logistica, finanza, utilities, welfare). In un'economia e una società dei flussi e delle reti, come quella attuale, il territorio si configura come un sistema polifunzionale, caratterizzato sempre più dai flussi che lo raggiungono, dagli attori funzionali che lo animano, dalle reti che lo attraversano. Tuttavia, a fronte di queste trasformazioni radicali, l'interpretazione degli attori politici è ancora molto tradizionale.

Questo tema - sempre presente nel libro - viene sottolineato dagli autori con riferimento al carattere post-metropolitano della regione urbana milanese, dove si evidenzia la crisi del rapporto tra confini amministrativi e geografie dei processi sociali, economici, ambientali, politici e la domanda di un "significativo sforzo di innovazione in termini di progettazione istituzionale, capace di dare voce al carattere transcalare della governance urbana". Si tratta, naturalmente, di una sfida complessa, che appare evidente nel caso della grande dimensione "metroregionale" del Nord Italia, di cui i regional portraits ci restituiscono un'immagine "rugosa", composita e polinucleare. Una realtà, potenzialmente capace di competere con le mega city region asiatiche ma che, per esprimersi pienamente, avrebbe bisogno di istituzioni e organismi in grado di rappresentare a una scala transregionale i suoi interessi e le sue potenzialità economico sociali.

In conclusione, la dimensione post metropolitana sta introducendo una nuova ontologia della "polis", che richiede, a sua volta, una nuova dimensione non solo organizzativa, ma anche istituzionale. Questo dovrebbe essere il punto di arrivo di un lavoro di approfondimento conoscitivo - che mi auguro possa essere la naturale prosecuzione del lavoro alla base del presente volume - funzionale a produrre una nuova proposta per la classe dirigente che già oggi è chiamata a rispondere a un bisogno di riorganizzazione e di ridisegno di arcaiche visioni di esperienze metropolitane.

Piero Bassetti

 

 

 

N.d.C. - Piero Bassetti è presidente di Globus et Locus e della Fondazione Giannino Bassetti. Dal 2016 presiede anche Schola italica. È editor-in chief della rivista "Glocalism, Journal of culture, politics and innovation" ed è autore di Svegliamoci Italici! Manifesto per un futuro glocal (Marsilio, 2015), pubblicato anche in spagnolo (Cyngular, 2015) e in inglese (Calandra Institute, 2016).

Bassetti è stato presidente della Regione Lombardia dal 1970 al 1974, della Camera di Commercio Industria e Agricoltura di Milano dal 1982 al 1997, dell'Unione delle Camere di Commercio Italiane (Unioncamere) dal 1983 al 1992 e dell'Associazione delle Camere di Commercio Italiane all'estero (CCIE) dal 1993 al 1999.

R.R.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

17 NOVEMBRE 2017

 

CITTÀ BENE COMUNE

Ambito di riflessione e dibattito sulla città, il territorio, il paesaggio e la cultura del progetto urbano, paesistico e territoriale

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Le letture

2015: online/pubblicazione
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2017:

A. Villani, Pianificazione antifragile, una teoria fragile, commento a: I. Blečić, A. Cecchini, Verso una pianificazione antifragile (FrancoAngeli, 2016)

B. Petrella, I limiti della memoria tra critica e comportamenti, commento a: A. Belli, Memory cache (Clean, 2016)

P. Pileri, La finanza etica fa bene anche alle città, commento a: A. Baranes, U. Biggeri, A. Tracanzan, C. Vago, Non con i miei soldi! (Altreconomia, 2016)

A. L. Palazzo, La forma dei luoghi nell'età dell'incertezza, commento a: R. Cassetti, La città compatta (Gangemi, 2016)

D. Patassini, Lo spazio urbano tra creatività e conoscenza, commento a: A. Cusinato, A. Philippopoulos-Mihalopoulos (a cura di), Knowledge-creating Milieus in Europe (Springer-Verlag, 2016)

F. Bottini, La città è progressista, il suburbio no, commento a: R. Cuda, D. Di Simine, A. Di Stefano, Anatomia di una grande opera (Ed. Ambiente, 2015)

E. Scandurra, Dall'Emilia il colpo di grazia all'urbanistica, commento a: I. Agostini (a cura di), Consumo di luogo (Pendragon, Bologna)

M. A. Crippa, Uno scatto di "coscienza storica" per le città, commento a: G. Pertot, R. Ramella (a cura di), Milano 1946 (Silvana, 2016)

R. Gini, Progettare il paesaggio periurbano di Milano, recensione di V. Gregotti et al., Parco Agricolo Milano Sud (Maggioli, 2015)

G. Fera, Integrazione e welfare obiettivi di progetto, commento a: L. Caravaggi, C. Imbroglini, Paesaggi socialmente utili (Quodlibet, 2016)

C. Bianchetti, La ricezione è un gioco di specchi, commento a: C. Renzoni, M. C. Tosi (a cura di), Bernardo Secchi. Libri e piani (Officina, 2017)

P. Panza, L'eredità ignorata di Vittorio Ugo, replica al commento di G. Ottolini a: A. Belvedere, Quando costruiamo case... (Officina, 2015)

A. Calafati, Neo.Liberali tra società e comunità, replica al commento di M.Ponti a: G. Becattini, La coscienza dei luoghi (Donzelli, 2015)

M. Ponti, Non-marxista su un dialogo tra marxisti, commento a: G. Becattini, La coscienza dei luoghi (Donzelli, 2015)

G. Semi, Tante case non fanno una città, commento a: E. Garda, M.Magosio, C. Mele, C. Ostorero, Valigie di cartone e case di cemento (Celid, 2015)

M. Aprile, Paesaggio: dal vincolo alla cura condivisa, commento a: G. Ferrara, L'architettura del paesaggio italiano (Marsilio, 2017)

S. Tedesco, La messa in forma dell'immaginario, commento a: A.Torricelli, Palermo interpretata (Lettera Ventidue, 2016)

G. Ottolini, Vittorio Ugo e il discorso dell'architettura, commento a: A. Belvedere, Quando costruiamo case, parliamo, scriviamo. Vittorio Ugo architetto (Officina Edizioni, 2015)

F. Ventura, Antifragilità (e pianificazione) in discussione, commento a: I. Blečić, A. Cecchini, Verso una pianificazione antifragile (FrancoAngeli, 2016)

G. Imbesi, Viaggio interno (e intorno) all'urbanistica, commento a: R. Cassetti, La città compatta (Gangemi, 2016)

D. Demetrio, Una letteratura per la cura del mondo, commento a: S. Iovino, Ecologia letteraria (Ambiente, 2017)

M. Salvati, Il mistero della bellezza delle città, commento: a M. Romano, Le belle città (Utet, 2016)

P. C. Palermo, Vanishing. Alla ricerca del progetto perduto, commento a: C. Bianchetti, Spazi che contano (Donzelli, 2016)

F. Indovina, Pianificazione "antifragile": problema aperto, commento a: I. Blečić, A. Cecchini, Verso una pianificazione antifragile (FrancoAngeli, 2016)

F. Gastaldi, Urbanistica per distretti in crisi, commento a: A. Lanzani, C. Merlini, F. Zanfi (a cura di), Riciclare distretti industriali (Aracne, 2016)

G. Pasqui, Come parlare di urbanistica oggi, commento a: B. Bonfantini, Dentro l'urbanistica (FrancoAngeli, 2017)

G. Nebbia, Per un'economia circolare (e sovversiva?), commento a: E. Bompan, I. N. Brambilla, Che cosa è l'economia circolare (Ambiente, 2016)

E. Scandurra, La strada che parla, commento a: L. Decandia, L. Lutzoni, La strada che parla (FrancoAngeli, 2016)

V. De Lucia, Crisi dell'urbanistica, crisi di civiltà, commento a: G. Consonni, Urbanità e bellezza (Solfanelli, 2016)

P. Barbieri, La forma della città, tra urbs e civitas, commento a: A. Clementi, Forme imminenti (LISt, 2016)

M. Bricocoli, Spazi buoni da pensare, commento a: C. Bianchetti, Spazi che contano (Donzelli, 2016)

S. Tagliagambe, Senso del limite e indisciplina creativa, commento a: I. Blečić, A. Cecchini, Verso una pianificazione antifragile (FrancoAngeli, 2016)

J. Gardella, Disegno urbano: la lezione di Agostino Renna, commento a: R. Capozzi, P. Nunziante, C. Orfeo (a cura di), Agostino Renna. La forma della città (Clean, 2016)

G. Tagliaventi, Il marchio di fabbrica delle città italiane, commento a: F. Isman, Andare per le città ideali (il Mulino, 2016)

L. Colombo, Passato, presente e futuro dei centri storici, commento a: D. Cutolo, S. Pace (a cura di), La scoperta della città antica (Quodlibet, 2016)

F. Mancuso, Il diritto alla bellezza, riflessione a partire dai contributi di A. Villani e L. Meneghetti

F.Oliva, "Roma disfatta": può darsi, ma da prima del 2008, commento a: V. De Lucia, F. Erbani, Roma disfatta (Castelvecchi, 2016)

S.Brenna, Roma, ennesimo caso di fallimento urbanistico, commento a: V. De Lucia e F. Erbani, Roma disfatta (Castelvecchi 2016)

A. Calcagno Maniglio, Bellezza ed economia dei paesaggi costieri, contributo critico sul libro curato da R. Bobbio (Donzelli, 2016)

M. Ponti, Brebemi: soldi pubblici (forse) non dovuti, ma, commento a: R. Cuda, D. Di Simine e A. Di Stefano, Anatomia di una grande opera (Ed. Ambiente, 2015)

F. Ventura, Più che l'etica è la tecnica a dominare le città, commento a: D. Harvey, Il capitalismo contro il diritto alla città (Ombre corte, 2016)

P. Pileri, Se la bellezza delle città ci interpella, commento a: G. Consonni, Urbanità e bellezza (Solfanelli, 2016)

F. Indovina, Quale urbanistica in epoca neo-liberale, commento a: C. Bianchetti, Spazi che contano (Donzelli, 2016)

L. Meneghetti, Discorsi di piazza e di bellezza, riflessione a partire da M. Romano e A. Villani

P. C. Palermo, Non è solo questione di principi, ma di pratiche, commento a: G. Becattini, La coscienza dei luoghi (Donzelli, 2015)

G. Consonni, Museo e paesaggio: un'alleanza da rinsaldare, commento a: A. Emiliani, Il paesaggio italiano (Minerva, 2016)

 

 

I post

L'inscindibile legame tra architettura e città, commento a: A. Ferlenga, Città e Memoria come strumenti del progetto (Marinotti, 2015)

Per una città dell'accoglienza, commento a: I. Agostini, G. Attili, L. Decandia, E. Scandurra, La città e l'accoglienza (manifestolibri, 2017)